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Lo stress da lavoro colpisce soprattutto le donne: il 95,6% delle intervistate afferma di conoscerlo e viverlo, una su tre dichiara di conviverci abitualmente e il 62,6% in alcuni periodi dell’anno.

Questi i dati che emergono nel corso dell’indagine “Prima inchiesta sullo stress da lavoro nel mondo femminile” condotta da Assidai in collaborazione con SDA Bocconi su oltre 400 lavoratrici.

Secondo questa inchiesta emerge che le categorie professionali che risultano maggiormente esposte allo stress da lavoro sono, nell’ordine, dipendenti, manager e consulenti, con un picco nella fascia d’età tra i 35 e i 45 anni.

Tra i principali fattori di stress quotidiano: la difficoltà a conciliare l’impegno professionale con la vita familiare (per il 50%) e l’eccessivo carico di lavoro (per il 42%).

A queste cause, si aggiungono poi i problemi legati all’organizzazione interna e allo scarso dialogo con i vertici aziendali.

Poi ancora, ci sono la mancanza di obiettivi definiti, l’incertezza nella definizione dei ruoli e un percorso di carriera poco chiaro (38%), fino alla richiesta di incarichi, mansioni e responsabilità non sempre affini alle proprie competenze e al profilo professionale (19%).

La metà delle intervistate afferma di sentirsi sopraffatta e di non avere i mezzi per reagire in modo costruttivo.

Si scoprono inoltre, differenti sintomi di tipo fisiologico, psicologico e comportamentale che non rimangono confinati all’ambiente lavorativo, ma si inseriscono anche nella vita privata e familiare: il 31,8% afferma di trascurare le relazioni con le persone care e il 14,5% rifugge dai rapporti sociali al di fuori dell’orario di lavoro.

Il 48% delle intervistate non riesce a rilassarsi neanche dopo il lavoro e il 44% soffre di disturbi del sonno. Il 29% delle donne è apatica nel fare esercizio fisico e a condurre un’alimentazione equilibrata (35%).

Il 14% fa uso di alcol e il 42% si dichiara rassegnato a convivere con lo stress e a gestirlo senza il bisogno di un “aiuto esterno”.

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