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Vaccinazione e prevenzione per combattere la varicella sono i due rimedi essenziali su cui dovrebbe poggiare l’azione sanitaria contro una malattia ritenuta innocua, ma che invece presenta molti effetti collaterali.

Dai dati emerge infatti, una diffusione ancora molto alta della varicella in Italia, nonché la mancanza di un vero e proprio sistema preventivo a livello nazionale.

Ogni anno, nel nostro Paese, si registrano circa mezzo milione di casi di varicella, in prevalenza tra i bambini.

Questo vuol dire che “500mila casi l’anno sono quasi una diagnosi al minuto e costi per la società di circa 100 milioni di euro”.

I dati sono illustrati da Giovanni Gabutti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Chiavari (Genova), durante il convegno ‘La prevenzione vaccinale: una scienza in continua evoluzione’, organizzato dalla Società italiana di igiene (Siti) in corso a S.Margherita di Pula (Cagliari).

Ogni anno – spiega Gabutti- in primavera si verifica un’epidemia di varicella fra i bambini. Ma contrarre la malattia più avanti con l’età, o magari in gravidanza significa andare incontro con ancora più probabilità al rischio di complicanze gravi: sovrainfezioni batteriche, otiti medie, endocarditi, polmoniti, complicanze a carico del sistema nervoso centrale, cicatrici, ecc. La vaccinazione effettuata in due dosi durante l’infanzia, invece, garantisce una protezione di lunga durata”.

Molti medici, consigliano di vaccinarsi anche agli adulti, perché la varicella in età adulta è più difficile da sopportare, spesso arriva in forma più pesante ed è causa di maggiori effetti collaterali.

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