Sta bene, il piccolino di soli sei mesi sottoposto a un delicato intervento chirurgico al rene all’Ospedale di Perugia nell’ultimo, semestre ha fatto registrare un crescente incremento di attività di alta complessità, anche alla luce di questo ultimo intervento eseguito con successo su piccolo paziente di pochi mesi di vita.
Il bimbo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per l’asportazione di una neoplasia surrenalica maligna e proprio nella mattinata di sabato 30 giugno, i sanitari, alla luce del referto istologico, hanno convenuto con il direttore della struttura di Oncoematologia Pediatrica dottor Maurizio Caniglia che il bambino non necessita di ulteriori terapie.
“In occasione della visita di controllo – sottolinea il dottor Precipino – questa nostra decisione è stata comunicata ai genitori che si erano affidati a noi dopo che un esame ecografico, eseguito ad un mese di vita, che aveva posto il sospetto di patologia neoplastica poi confermato dagli opportuni esami diagnostici’.
Il piccolo, è il primogenito di una coppia che risiede in Umbria ed è nato al Santa Maria della Misericordia alla fine di novembre dello scorso anno.
“L’intervento chirurgico è stato radicale ed il bambino si è rialimentato in prima giornata post operatoria ed è stato dimesso dopo soli quattro giorni – ci tiene a precisare il dott. Prestipino – .Ora possiamo condividere con i genitori la gioia di considerare il bambino libero da malattia proprio alla luce di quanto emerso dall’esame istologico”. L’equipe che ha eseguito l’intervento era composta dai Dott. Marco Prestipino, Berardino Melissa e Elisa Magrini,che si sono avvalsi del supporto degli anestesisti, Dott.sse Simonetta Tesoro, Eleonora Natali e Laura Marchesini, e degli infermieri di sala operatoria , Daniela Torrini ed Alberto Calascione.
La polizia di Verona ha arrestato un’infermiera di 43 anni che prestava servizio presso la Asl locale, per aver somministrato morfina a un neonato senza un valido motivo. L’episodio risalirebbe alla notte tra il 19 e il 20 marzo 2017. (altro…)
Di recente, un gruppo di studiosi americani ha pensato di ideare un particolare test delle lacrime in grado di rivelare possibili carenze alimentari nei bambini appena nati. (altro…)
“Gravissima malnutrizione e i livelli di calcio quasi incompatibili con la vita” questa la diagnosi dei medici fatta ad un bambino di 15 mesi portato all’inizio di luglio dai genitori, all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, per una visita di routine.
I genitori avevano riportato il piccola a casa ma l’ospedale non è riuscito a stare zitto, non poteva, e così ha dovuto informare subito la Procura che ha incaricato a sua volta la Polizia di prendere i dovuti provvedimenti.
Il neonato è stato trasferito, dopo accertamenti all’ospedale Buzzi, e poi al Policlinico San Donato dove è rimasto fino a pochi giorni fa.
Molto preoccupati i nonni, che avevano capito che qualcosa non andava.
Il piccolo avrebbe dovuto essere alimentato con tanto latte, le prime paste al sugo, omogeneizzati, yogurt, frutta e verdura. Pesava pochissimi kg, quanto un neonato di 3 mesi.
Ha rischiato veramente la vita. Ora è stato affidato ai nonni e al comune.
Un’analisi degli occhi e dello sguardo dei neonati, a pochi giorni di vita, potrebbero far capire se il bambino è tendente a sviluppare la sindrome autistica.
E’ quanto è emerso da uno studio coordinato da Giorgio Vallortigara dell’Università di Trento e pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
La ricerca ha messo a confronto due gruppi di neonati. Uno ad alto rischio autismo (perché con fratelli maggiori autistici) e l’altro a basso rischio. Ebbene, i primi, a differenza degli ultimi, si è scoperto che perdono subito interesse per gli stimoli sociali, come i movimenti di una mano e il loro sguardo non resta catturato a lungo.
Il medico italiano a capo dello studio ha dichiarato all’Ansa: “Abbiamo intenzione di seguire questi bambini almeno fino al compimento del loro secondo compleanno per vedere se manifestano una qualche forma di autismo anche lieve. Il nostro potrebbe divenire un test predittivo precocissimo e quindi anche una via verso potenziali interventi precoci. I risultati finora sono molto incoraggianti”.
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