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In Islanda non nasceranno più bambini con la sindrome di Down: negli ultimi anni la media è di uno o due nascite ogni 365 giorni, ma la tendenza indica anche che possa addirittura arrivare a zero.

La percentuale di aborti dopo il test prenatale sulla presenza di anamalie cromosomiche del feto è vicina al 100 per cento e quegli sporadici casi rimasti di bimbi nati con la sindrome di Down sono dovuti alla fallibilità del test, non alla scelta dei genitori.

L’Islanda sarà dunque il primo Paese europeo senza nascite con sindrome di Down perché i nuovi screening sono più semplici e meno invasivi, e, pertanto, la percentuale delle persone che si sottopone è in continuo aumento.

I numeri forniti dal Landspitali University Hospital di Reykjavik – dove nascono il 70% degli islandesi – parlano dell’85% di donne che scelgono di sottoporsi in gravidanza alle nuove diagnosi prenatali introdotte a inizio secolo.

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