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Si è spenta questa mattina nella sua casa di Roma intorno alle 7.40, circondata dall’affetto dei suoi cari, Franca Valeri. L’attrice di cinema e di teatro, soubrette televisiva negli anni 60/70, aveva da poco compiuto il 31 luglio scorso, 100 anni.

La Signorina snob, come la sora Cecioni e Cesira la manicure: questi i più noti ed indimenticabili personaggi da lei interpretati, diventati archetipi tanto riconoscibili da essere entrati nel linguaggio comune (“Pronto, mammà?“). Franca Valeri è la prima vera attrice comica italiana. Una signora colta e spiritosa, caratterizzata da un gran talento, una voce femminile inconfondibile e da grande spontaneità, semplicità e umanità.

Nata a Milano come Alma Franca Maria Norsa, si avvicina al mondo del teatro che era ancora molto piccola, in quanto folgorata dall’opera lirica. Inizia così a recitare facendo caricature e imitazioni. Poi arriva il periodo della guerra e delle leggi razziali: lei, di famiglia ebrea, scampa alle deportazioni solo grazie ai documenti falsi. Dopo l’orrore torna la vita e torna anche per lei il periodo del teatro: nel 1949 esordisce nella compagnia del Teatro dei Gobbi. Si ‘abbrevia’ il nome in Franca e prende in prestito il cognome da Paul Valery: ecco Franca Valeri, l’attrice.

Arriva al cinema con un battesimo eccellente: Federico Fellini la sceglie nel suo “Luci del varietà”. Negli anni Sessanta è diventata la protagonista indiscussa del varietà televisivo italiano: la sua forza espressiva e la sua verve comica le permettono di passare con disinvoltura dal teatro al cinema, dalla radio all’opera lirica, dai libri alla televisione. I suoi personaggi sono lo specchio – fedele e caustico – delle sciure milanesi, delle casalinghe romane sempre al telefono con mammà.

Impossibile citare tutti i ruoli da lei interpretati, ne citeremo solo alcuni, i cult: “Il segno di Venere” dove è la romantica Cesira in cerca di marito ma oscurata da una prorompente Sophia Loren, cugina ingombrante, “Il vedovo“, con il cialtrone Alberto Sordi, che lei chiama Cretinetti e “Piccola posta” sempre con Sordi, dove cura la posta del cuore di una rivista femminile spacciandosi per la contessa polacca Eva Bolasky. A teatro “Lina e il cavaliere” e “Le catacombe”, e ovviamente gli spettacoli televisivi della Rai in bianco e nero come “Studio Uno” e “Sabato sera”.

Nell’attività cinematografica, durata dal 1950 al 1983, Franca fu quasi sempre autrice dei suoi dialoghi, ricalcati su quelli da lei portati in teatro o da lei scritti direttamente per lo schermo, anche se firmò (sempre in collaborazione) solo quattro sceneggiature. Molti dei suoi personaggi avevano un taglio grottesco, come le macchiette di derivazione teatrale.

Come autrice Franca Valeri ha scritto una decina di libri, tra i quali “Il diario della signorina Snob” (illustrato da Colette Rosselli, Mondadori, 1951; Lindau, 2003); “Le donne” (Longanesi, 1960; Einaudi, 2012); “Questa qui, quello là” (Longanesi, 1965), “Toh, quante donne!” (Mondadori, 1992); “Animali e altri attori. Storie di cani, gatti e altri personaggi” (Nottetempo, 2005); “Di tanti palpiti. Divertimenti musicali” (La Tartaruga, 2009), “Bugiarda no, reticente” (Einaudi, 2010), “Non tutto è risolto” (Einaudi, 2011), “L’educazione delle fanciulle. Dialogo tra due signorine perbene” (con Luciana Littizzetto, Einaudi, 2011).

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