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A causa dell’emergenza sanitaria da Covid- 19 rallentano gli screening oncologici programmati e gli esami diagnostici, un po’ in tutta Italia: nei prossimi 5 anni sarebbero previsti circa 3-4mila morti in più per cancro.

A dirlo, è l’Osservatorio nazionale di screening che parla di 1 milione e 400mila esami annullati e che dovranno essere riprogrammati.

Questo l’appello lanciato dagli oncologi italiani da Nord a Sud. I quali non escludono la possibilità che ci siano danni futuri per quanto riguarda la perdita di chance di cura a causa del rallentamento degli screening avvenuto a livello globale. Secondo l’Osservatorio nazionale di screening un milione e 400mila esami di screening sono stati annullati e dovranno essere riprogrammati, mentre la rivista scientifica The Lancet riporta una fosca previsione degli epidemiologi, che nei prossimi 5 anni ci siano 3-4 mila morti in più di cancro. Di fronte a questo scenario, il paziente oncologico continua le cure, l’innovazione in oncologia cavalca anche questa seconda ondata pandemica garantendo nuovi farmaci e tecnologia all’avanguardia e il Covid insegna che anche il futuro dell’oncologia, come per le altre specialità, non sarà più come prima per quanto riguarda l’approccio del paziente, il follow up e la giustizia distributiva dei farmaci, implicando la necessità di un coordinamento nazionale dei punti fondamentali di offerta dell’assistenza al malato oncologico.

Sull’attività di screening e le possibili strategie per recuperare in oncologia il tempo perduto a causa della pandemia si sono
confrontati durante l’incontro “Talk webinar. Reti Oncologiche” organizzato da Mondosanità, con il contributo incondizionato di Bristol Myers Squibb già partner del progetto ONCORETE appena conclusosi, di cui questo Talk webinar era il momento finale di condivisione con il pubblico, tre esperti in campo oncologico, Paolo Pronzato, Coordinatore DIAR di Oncoematologia della Regione Liguria, Vincenzo Adamo, Direttore Oncologia Medica AO Papardo-Messina, Coordinatore della Rete Oncologica Siciliana (Re.O.S.) e Rossana Berardi, Direttore della Clinica Oncologica UNIVPM-AOU Ospedali Riuniti di Ancona.

L’oncologia durante l’emergenza sanitaria mostra uno scenario diversificato da regione a regione, a seconda dell’incidenza
dell’epidemia. La maggior parte dei centri ha continuato con le terapie farmacologiche, seppur quantitativamente inferiori, buona
parte degli interventi chirurgici oncologici sono stati procastinati se non urgenti, i follow up sono stati per lo più effettuati tramite
consulto e le tecnologie più utilizzate sono state telefonate e WhatApp al di là delle rendicontazioni delle prestazioni, l’attività di screening programmato e quella diagnostica ha risentito di pesanti rallentamenti in alcune regioni, in altre ha cercato di mantenere
i suoi ritmi nonostante le difficoltà organizzative.

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