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Un tampone nasale basterà per diagnosticare precocemente il Parkinson prima che i sintomi e i danni al cervello tipici della malattia facciano la loro comparsa: è la promessa che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Brain secondo cui, nel naso delle persone a rischio di sviluppare la malattia sono presenti già decenni prima dell’esordio, accumuli di una proteina nota per essere collegata al Parkinson – l’Alfa sinucleina.

Lo studio è stato condotto tra Italia e Austria e coordinato da Gianluigi Zanusso dell’università di Verona.

Il Parkinson, la più diffusa malattia neurodegenerativa, ed è caratterizzato da problemi del movimento dovuti a morte progressiva di neuroni, ‘avvelenati’ da accumulo di alfa-sinucleina. Sono attualmente in studio diversi farmaci sperimentali che bloccano la formazione di ammassi di alfa-sinucleina: l’ideale, quando questi farmaci si renderanno disponibili, sarebbe disporre di un esame diagnostico precoce (da eseguire in fase presintomatica) sì da iniziare subito le terapie e fermare sul nascere i danni neurali della malattia.

Questo tampone nasale già sperimentato sarebbe come quello per il coronavirus: ma nel caso del Parkinson, andrebbe alla ricerca di accumuli di alfa-sinucleina nel naso.

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