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“Diceva che voleva morire, lei era infatuata di me ma a me non piaceva”. Sono le parole uscite dalla bocca del 16enne fermato per l’omicidio dell’amica Chiara Gualzetti. Frammenti di un racconto confuso: “Durante il lungo interrogatorio ha detto che lui era a conoscenza delle frasi pronunciate da lei come ‘voglio morire’ – affermazione non si sa quanto reale o pronunciata per attirare l’attenzione – così come ha affermato che Chiara era infatuata di lui, elemento confermato da alcuni amici”, spiegano in procura. Al momento “il movente è al vaglio, non è chiaro”.

“Sentivo il demone dentro di me, sono uscito di casa con un coltello per ucciderla”, è una delle frasi che il 16enne ha confessato ai carabinieri.

“Faremo una perizia nei confronti del ragazzo fermato che ha una personalità particolare. Bisogna vedere quanto c’è di costruito nel dire che sentiva ‘voci superiori’ che gli hanno detto di uccidere. Questo accenno suggerisce un approfondimento”, spiegano fonti della procura per i minorenni di Bologna.

Il giovane non ha detto perché si è presentato armato – di un coltello da cucina – all’appuntamento con la vittima: un particolare che però esclude un raptus e che ha portato la procura a contestare il reato di omicidio premeditato.

Il papà di Chiara: “Diciassette anni fa ho lasciato Napoli con mia moglie perché mia figlia nascesse qui, volevo crescesse in un posto sicuro per il suo futuro e ora non mi rimane niente: lei non ha più futuro e io non ho nessun futuro senza di lei”.

“Lo conosco il ragazzo, ha fatto uno stage con me (come elettricista, ndr): non ha mai dimostrato demoni, sarà forse uno dei primi alibi che si sta creando. Io non vorrei che mia figlia fosse morta per niente e che non abbia giustizia”.

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