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I contagiati non calano, neanche tra chi è vaccinato. Anche se i rischi, di morire e di finire in terapia intensiva sono molto più bassi che tra i non vaccinati. Assicurano gli esperti.

Ma in Italia, la quarantena oggi è di 10 giorni per i non vaccinati e 7 per i vaccinati.

In Sudafrica ad esempio, una settimana fa, è stato abolito l’obbligo di quarantena per i contatti dei positivi asintomatici. Questa ipotesi al momento non è giunta ancora sul tavolo del ministro della Salute Roberto Speranza, ma qualcosa potrebbe cambiare già da primi di gennaio, anche qui da noi.

Facendo due conti rapidi, con una manciata di contatti per ciascun positivo significherebbe ogni 24 ore mettere in quarantena fino a un milione di persone. Impossibile da gestire con tamponi con questi numeri, soprattutto nelle grandi città. A rischio ci sono poi la regolarità della produzione, delle attività, della scuola e dei servizi di prima necessità.

Nel giro di qualche settimana, se l’ondata dovesse peggiorare si potrebbe arrivare a nuovi blocchi e chiusure, anche aziendali.

L’infettivologo del San Martino di Genova Matteo Bassetti rilancia: “Con oltre 50 mila casi al giorno, destinati a diventare molti di più, dobbiamo vivere in maniera diversa la convivenza con il virus – dice a Repubblica – Sto seguendo centinaia di persone vaccinate con 2 o 3 dosi che hanno il Covid. Hanno un raffreddore o una forma influenzale che dura 3-4 giorni. Nulla a che vedere con il Covid di un anno fa e con il Covid di chi non è vaccinato. Dobbiamo quindi continuare con tracciamento? Milioni di tamponi? Isolamento di tutti i contatti?”.

E se invece la soluzione, non fosse proprio quella di dover convivere con il virus?

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