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Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa è arrivato, finalmente, alla conclusione, che non bisogna fare tutti i giorni la conta dei nuovi positivi al Covid.

I bollettini quotidiani, che mettono al primo posto il numero dei contagi, “stanno alimentando un clima di paura ingiustificato”, afferma Costa in un colloquio rilasciato al quotidiano La Stampa. Perché, se da una parte la pandemia modifica costantemente gli scenari, “di conseguenza anche la comunicazione dei dati deve seguire questo mutamento”, secondo Costa.

“Dobbiamo sforzarci di lanciare dei messaggi propositivi e positivi, consapevoli che il dato legato a chi si è contagiato è ormai fine a se stesso”. “Quello che dobbiamo valutare con grande attenzione non sono i nuovi positivi, ma le occupazioni dei posti letto negli ospedali”, sostiene il sottosegretario, che chiede lo sforzo ulteriore di spiegare, con la massima trasparenza, quanti dei pazienti in terapia intensiva siano vaccinati con una, due o tre dosi, e quanti invece siano i non vaccinati. Perché “se ribaltiamo la comunicazione in questi termini, sensibilizziamo davvero chi ancora non si è voluto immunizzare, altrimenti veicoliamo il messaggio opposto e creiamo, senza ragione, sfiducia nei vaccini”, sottolinea Costa.

Anche le Regioni chiedono al Governo di semplificare la vita a chi è risultato positivo al Covid ma è vaccinato e non presenta problemi di salute. Si pensa all’esenzione, ad esempio, dall’obbligo di sottoporsi al tampone e un isolamento ridotto. Qualcuno chiede anche l’eliminazione dei senza sintomi dalla quotidiana conta dei contagiati e il ripensamento dei dati sulle ospedalizzazioni. Istanze che riflettono la preoccupazione da parte dei governatori di diverse regioni. Anche per la diffusione del virus con variante Omicron.

La Lombardia, ad esempio, che conta il maggior numero di ricoverati col Covid in terapia intensiva (253) e nei reparti ordinari (3.317), ha chiesto al ministero della Salute Roberto Speranza di non conteggiare più, come ricoverati per covid, i pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi. Ciò perché questo, potrebbe “dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid”. Da venerdì poi la Regione darà ancora il totale dei ricoverati positivi ma “sarà in grado di distinguere al suo interno i ‘ricoveri Covid positivi’, quali afferiscono direttamente a una patologia ‘Covid-dipendente’ per polmoniti e gravi insufficienze respiratorie” o piuttosto che per altro…

Dello stesso aavviso anche il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Noi – spiega – abbiamo avanzato per primi la proposta di non contare i positivi tra gli asintomatici. L’Edcd, il massimo organismo europeo sulla pandemia – sottolinea – dà già come indicazione di valutare solo i sintomatici. Tanto è vero che io, non più tardi di una decina di giorni fa, ho proposto al Governo in riunione di modificare la definizione di caso”.

Sulla stessa posizione anche il governatore della Toscana, Eugenio Giani e l’infettivologo Matteo Bassetti.

ph crediti ilgiornale.it

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