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Sono trascorsi sessant’anni da quando si è costituito l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

A pochi mesi di distanza, nel luglio del 1951, fu promulgata la Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati. Ed è da allora, che in tutte le sue operazioni l’Agenzia ha aiutato milioni di persone sia durante le emergenze umanitarie che a ricostruirsi le proprie vite, assistendo loro il ritorno a casa o attraverso il reinsediamento in nuovi paesi.

Ma nonostante i tanti cambiamenti che hanno ridisegnato la mappa geopolitica del mondo, la pace resta ancora un’utopia per tanti Paesi.

Infatti sono tante le persecuzioni, le guerre, le violazioni dei diritti umani e l’esilio, sorte questa per 43.7 milioni di uomini, donne e bambini. Nella maggior parte dei casi, quasi 34 milioni, l’UNHCR ha il dovere di assistenza.

Quest’anno l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) vuole dedicare la Giornata Mondiale del Rifugiato al 60° anniversario dalla sua istituzione relativa allo Status dei rifugiati, il primo accordo internazionale che impegna gli stati firmatari a concedere protezione a chi fugge dalle persecuzioni per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche.

Per celebrare questa ricorrenza l’UNHCR, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, organizza una conferenza a Roma per il prossimo 20 giugno alla presenza del Presidente dalla Repubblica Giorgio Napolitano e dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres.

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