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licenziamenti e art 18
Ci sono punti del Jobs Act che vanno cambiati. La Consulta ha bocciato il quesito sull’articolo 18, ma non si può assistere impotenti alla crescita dei licenziamenti disciplinari “. Così Roberto Speranza, leader della sinistra dem, dice la sua chiedendo modifiche urgenti sul lavoro al governo. “Se nulla si muoverà – annuncia Speranza – il mio sarà un Sì ai due referendum e una sfida sull’articolo 18“.

Secondo un’intervista rilasciata a Repubblica, a chi gli chiede se è dispiaciuto che la Consulta abbia bocciato il quesito sull’articolo 18, il leader dei democratici chiarisce: “Le sentenze si rispettano, non mi piace giudicare il lavoro della Consulta. Ne prendiamo atto. Punto“.

E alla domanda: Lei è a favore dei quesiti su cui si andrà a votare?, risponde: “Credo che ci sia spazio perché intervengano il Parlamento e il governo rispondendo alle questioni di merito poste su licenziamenti, voucher e appalti. Se invece questo non dovesse accadere e i testi di legge restassero quelli che ci sono oggi, io voterei convintamente Sì ai due referendum ammessi”.

E pensa a una battaglia politica sull’articolo 18?
Quando si approva una norma bisogna avere poi il coraggio di monitorarne e valutarne gli effetti. E quando ci si rende conto che gli effetti non sono quelli immaginati, bisogna avere il coraggio di cambiare. Questo vale per i voucher, dove i numeri ci dicono che si è di fronte a un abuso: erano nati per fare emergere un po’ di lavoro nero , oggi ci troviamo con circa 150 milioni di voucher venduti nel 2016 e con una nuova forma inaccettabile di precarietà che colpisce i più deboli e le generazioni più giovani”.

E sui licenziamenti?
Abbiamo visto una consistente crescita di quelli disciplinari. Anche se non ci sarà il referendum, vogliamo fare finta di niente? Cosa si fa davanti alle statistiche? Non vogliamo fare un articolo 18? Facciamo un 17 e mezzo, per dirla con la battuta di Bersani “.

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