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È «moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito “proporzionalità delle cure”».

Francesco interviene sul complesso tema del “fine vita” nel suo messaggio inviato a monsignor Vincenzo Paglia e ai partecipanti al meeting regionale europeo della World Medical Association in Vaticano, promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita. Ribadendo quanto già stabilito nel 1980 dalla Dichiarazione sull’eutanasia della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Papa spiega poi l’aspetto peculiare di tale criterio, in quanto prende in considerazione «il risultato che ci si può aspettare, tenuto conto delle condizioni dell’ammalato e delle sue forze fisiche e morali».

Essendo dunque d’accordo sul prendere «una decisione che si qualifica moralmente come rinuncia all’“accanimento terapeutico”».

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