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L’edema maculare diabetico è la più comune causa di perdita della vista in persone affette da diabete. Non solo.. Solo l’8,6% dei pazienti esegue un controllo della retina nell’ultimo anno.

Fondamentale la diagnosi precoce, spiegano gli esperti.

Trattamenti a lento rilascio come il desametasone possono diminuire la frequenza delle somministrazioni e incidere significativamente sulla qualità di vita dei pazienti.

L’argomento è stato affrontato in questi giorni a Milano nel convegno “Edema Maculare Diabetico: quando una complicanza diventa patologia”.

In Italia sono circa 200 mila le persone affette da edema maculare diabetico (emd), la più diffusa complicanza oculare legata al diabete e la principale causa di perdita della vista nella popolazione tra i 20 e i 64 anni. Una condizione che, per gravità ed impatto, rappresenta una vera e propria patologia. Il 30% della popolazione diabetica infatti presenta problemi alla retina, la retinopatia diabetica che risulta una complicanza prevedibile e prevenibile. La prevenzione e una corretta gestione del diabete sono di primaria importanza per evitare l’insorgenza di complicanze anche gravi.

“L’edema maculare diabetico si manifesta con un calo progressivo della vista e una visione deformata (immagini ondulate, aree sfocate, macchie scure, alterazione dei colori), che impediscono lo svolgimento delle principali attività quotidiane”, spiega Francesco Bandello, dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, “una patologia sottostimata se si considera che oggi molti pazienti con diabete non sanno di avere questa complicanza e non sono stati diagnosticati”.

Per molti anni il laser è stato l’unica arma disponibile. Adesso esistono terapie farmacologiche, inizialmente utilizzate per trattare la degenerazione maculare, che tengono sotto controllo l’edema e sono somministrate con iniezioni intravitreali in media con cadenza mensile, almeno durante i primi cicli di trattamento.

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