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Renato Zero, dagli anni settanta ad oggi, ha affascinato intere generazioni. Trentaquattro gli album pubblicati, oltre 45 milioni di copie vendute.

Ma il cantautore romano, ne ha fatta di strada, al punto che la sua musica, la sua arte, è arrivata nelle scuole italiane, precisamente in quelle romane, dove è stato indetto un concorso: “Zero in letteratura, percorsi poetici e sociali di Renato Zero”.

A la Pelanda di Roma, Zero ha premiato i vincitori in gara, con queste parole:” Ci sono ragazzi apparentemente stravaganti, ma in realtà molto consapevoli. Viene fuori una maturità inaspettata per la loro età, non solo nella grammatica e nelle idee, me nel loro bisogno di far fronte alla necessità di avere una coscienza salda.”

Fino al 22 marzo, infatti a La Pelanda, in collaborazione con il Macro – Museo di Arte Contemporanea di Roma si tiene la retrospettiva ZERO, dove fino a pochi giorni fa, mancava proprio lui, Renato Zero, intervenuto a sorpresa, per la gioia di tutti.

Il progetto del concorso proponeva la valorizzazione di strutture e il valore sociale dei testi di Renato Zero in un disegno più ampio di rivalutazione della forma canzone come significativo modello linguistico.

Renato Zero ha infatti sdoganato con decenni di anticipo temi attuali come la pedofilia, la droga, il controllo delle menti, l’identità di genere, incidendo nel costume e nel linguaggio della società.

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