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In Italia, si stima che le persone colpite da fibrillazione atriale siano 850.000.

Una patologia cardiaca più diffusa, e che spesso può portare all’ictus. Ecco allora che il sistema sanitario nazionale per far fronte alla malattia, deve sborsare una grossa cifra di denaro.

Si pensi, che ogni anno, sono 3 miliardi gli euro che escono dalle casse dello Stato per la cura, soldi che invece, potrebbero servire per la prevenzione.

Sembra infatti, secondo alcune cifre, presentate in questi giorni al Senato durante un convegno organizzato dall’Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, ogni nove minuti un italiano sia colpito da questa malattia.

Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato ha spiegato che “La diffusione della fibrillazione atriale nella popolazione italiana è dell’1% circa, ed aumenta del 4% dopo i 60 anni e del 9% dopo gli 80. Numeri questi che fanno sicuramente riflettere su come sia necessario innalzare il livello di attenzione da parte delle Istituzioni per fare in modo che vengano sostenuti la ricerca e l’operato da parte di personale qualificato per la cura di questa patologia.