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La primavera è il momento dell’anno più a rischio per chi soffre di allergie da polline, che creano grossi fastidi a volte anche gravi al 15-18% della popolazione italiana. Il mese di Aprile, poi è il mese in cui si raggiunge un vero e proprio picco di casi allergici.

“Quest’anno i pazienti sono stati beneficiati dal meteo: gelate e nevicate in febbraio hanno semplificato la vita a quanti sono afflitti da pollinosi, regalando loro un inizio di primavera più soft. Una situazione destinata a finire ad aprile, che si preannuncia un mese difficile per gli allergici, soprattutto al Centro-Sud”, spiega all’AdnKronos Salute Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia all’ospedale Bambino Gesù di Roma. “Alcuni anni fa una grande indagine ha mostrato che circa il 20% dei bambini di 6-7 anni soffre di rinite allergica, un dato che sale al 35% fra gli adolescenti di 13-14 anni”.

“La rinite allergica – continua Fiocchi – non passa con l’età, anzi crescendo diventa più impegnativa. La buona notizia arriva da un lavoro che mostra come le persone allergiche siano più protette dai tumori solidi: il loro eccesso di immunità in questo caso si rivela un elemento positivo”. “Abbiamo più allergici al Nord che al Centro-Sud – osserva l’esperto – e si è visto che con un reddito pro capite più basso, i bimbi sono più protetti”.

“Quest’anno la pollinazione non si è manifestata con i soliti fastidi, perché a febbraio le fioriture, soprattutto al Centro-Nord, hanno subito gelate e nevicate. Per betulle e noccioli possiamo parlare di una stagione ‘troncata’ e di fatto più soft”. “Quanto a olivo e cipresso al Centro-Sud, il freddo ha ritardato un po’ i problemi. Ma ci aspettiamo che le cose cambieranno questo mese: aprile sarà dunque un mese difficile soprattutto per chi vive nelle regioni centrali e meridionali”, dice ancora Fiocchi.

Altro esperto che ci spiega di allergie è Domenico Schiavino, responsabile dell’unita’ di Allergologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. “All’inizio del secolo scorso gli allergici erano cosi’ pochi che la malattia veniva definita atopica, cioe’ non classificabile. Con l’inquinamento ambientale le cose sono radicalmente cambiate. L’allergia non e’ mai un fatto genetico, esiste una familiarita’ ma le condizioni ambientali sono determinanti. In alcuni paesi africani, per esempio, non esiste affatto l’asma allergica. Pensi che le vespe e le api non nidificano piu’ in Italia, in Spagna e in altri paesi del Mediterraneo perche’ l’aria che respirano non piace nemmeno a loro”.

Il primo consiglio, per i soggetti esposti, e’ quello di tenere ben presente il calendario dei pollini. “La impollinazione pre-primaverile e’ gia’ avvenuta – spiega Schiavino -. Piante come il cipresso e il nocciolo hanno ormai impollinato e chi e’ sensibile a questi allergeni ora sta meglio. C’e’ da sottolineare inoltre che queste piante, avendo il polline grosso, possono determinare riniti ma non l’asma. Le parietarie officinalis, cioe’ l’erba selvatica resistentissima a tutto, si stanno invece attivando in questo periodo e il loro polline piccolo, circa 15 micron, scende profondamente nelle vie respiratorie e provocando fenomeni asmatici. Le parietarie cominciano a dare fastidio da marzo fino a tutto giugno. A luglio e ad agosto poi danno una tregua, ma riprendono a impollinare da settembre a novembre. Quindi tanti mesi all’anno, provocando una sintomatologia quasi perenne”.

Ma le piu’ temute sono le graminacee, che fioriscono da aprile a giugno, e cosi’ pure l’ulivo: nel Sud della Puglia, dove e’ particolarmente diffuso, e’ responsabile di molte allergie respiratorie. Si continua poi con le composite, che vanno da meta’ giugno a meta’ settembre. “Nelle regioni del Nord, invece, ci spiega ancora Schiavino – da una quindicina di anni sta prendendo piede l’allergia all’ambrosia che in Italia non esisteva. Probabilmente ci e’ arrivata dagli Stati Uniti, trasportata dalle derrate o dalle ruote degli aerei, poiche’ il primo posto dove ha attecchito e’ stato l’aeroporto di Malpensa”.

Oggi il kit di farmaci disponibili per curarsi e’ molto piu’ efficace che nel passato. In primo luogo ci sono i vaccini. “L’esame allergologico va fatto in autunno, entro la fine dell’anno si deve iniziare il trattamento desensibilizzante che va portato avanti fino a giugno – consiglio il medico -. Si tratta di fare iniezioni una volta alla settimana, anche se oggi – sottolinea l’esperto -le stiamo usando di meno, in quanto stiamo somministrando di più i vaccini per via sublinguale. Che hanno un’efficacia analoga e danno meno effetti collaterali. Col vaccino innalziamo così la soglia di tolleranza all’allergene e oltre l’80% dei pazienti non presenta piu’ disturbi significativi”.

Per quanto riguarda invece la terapia sintomatica, sono consigliabili gli antistaminici di nuova generazione che danno meno problemi di sonnolenza e i cortisonici nasali.

Oltre al vaccino che tipo di prevenzione si puo’ adottare? “Va molto bene fare le vacanze al mare perche’ la brezza tiene l’aria pulita”, afferma l’allergologo. “Quando si va in giro in automobile occorre tenere i finestrini chiusi e cambiare i filtri ogni anno, scegliendo quelli con i fori piu’ piccoli e sottili per bloccare il particolato. Ai giovani che vanno in moto suggerisco di mettere sotto il casco integrale una bandana o una mascherina per bloccare l’ingresso del polline. In piena impollinazione – conclude Schiavino – tenere chiuse le finestre di casa e cambiare l’aria a mezzanotte o all’alba, perche’ i pollini calano quando la temperatura si abbassa”.

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