Spread the love

Ogni anno in Italia si registrano almeno 120 mila persone colpite da infarto, 25mila delle quali non riescono neanche ad arrivare in tempo in ospedale. Riconoscere i sintomi e contrastarli con la giusta solerzia può salvare la vita, alle persone.

Un attacco di cuore, dicono gli specialisti, non si presenta mai all’improvviso e senza preavviso: circa un mese prima, infatti, il nostro organismo invia dei segnali premonitori, almeno 7 che qualcosa non sta andando per il verso giusto, ma spesso non li associamo direttamente all’infarto. Ecco quali sono e a cui prestare molta attenzione:

1) SUDORAZIONE ECCESSIVA: da tenere d’occhio se non è collegata al caldo, alle disfunzioni tiroidee, al cancro o alla menopausa

2) ARITMIA O TACHICARDIA: il cambiamento del ritmo cardiaco è di per sé un campanello d’allarme. Fate caso se questi sintomi sono accompagnati da nausea e conati di vomito.

3) Spesso anche 6 mesi prima dell’infarto, il paziente avverte DISPNEA, ovvero difficoltà a fare respiri lunghi e profondi. Talvolta è scambiata per un attacco di panico o un forte stato di agitazione

4) Anche la NAUSEA, sia a stomaco vuoto che pieno, non va sottovalutata: è un segnale del ‘sequestro’ sanguigno nella zona digestiva per permettere al cuore di alleggerire il circolo del sangue

5) Attenzione al senso di profonda INSONNIA accompagnata da FIACCA: indicano che i tessuti vengono ossigenati di meno perché il cuore sta soffrendo

6) CALVIZIE: il sintomo non sembra affatto collegato all’infarto, ma è considerato un altro segnale dell’arrivo dell’attacco. Avviene soprattutto dietro la testa e non è mai uniforme

7) L’aumento della PRESSIONE ARTERIOSA, collegata a frequenti MAL DI TESTA o EMORRAGIE DAL NASO è un altro campanello d’allarme molto chiaro che il cuore è in sofferenza. Tenere a bada il colesterolo è un valido aiuto per contrastare le patologie cardiache.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.