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Grazie ad un sondaggio online, che ha coinvolto circa ottomila persone residenti in 50 diversi Stati del mondo, da un team americano del Pennington Biomedical Research Center, si è scoperto che la pandemia sta facendo diffondere la fame nervosa, innescata da stress, ansia e sintomi depressivi. L’aumento di peso rilevato in un partecipante su tre

La paura di ammalarsi, di perdere il lavoro, le preoccupazioni per i propri cari, genitori e figli in primis, l’isolamento, la distanza dagli affetti più cari, tra i principali fattori di stress e depressione in milioni di persone nel mondo.

Il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, fa riferimento a una vera e propria “erosione” del benessere psicologico e psichico, mentre secondo il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi tra le peggiori “eredità” del coronavirus SARS-CoV-2 ci potrebbe essere un’ondata di disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Per provare a contenere questo stato di pensieri ed emozioni negative, molti, fanno sfogo nel cibo “spazzatura” carico di zuccheri e grassi, che produce anche un inevitabile aumento di peso. Se a questo si aggiunge poi, anche una significativa crescita della sedentarietà e dell’inattività fisica, anch’esse figlie del lockdown e in parte anche dello smart working, è evidente che possano emergere potenziali rischi anche per la salute fisica, oltre che mentale.

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