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L’osteoporosi, malattia sistemica dell’apparato scheletrico che colpisce oltre 200 milioni di persone nel mondo, e che con l’avanzare dell’età risultano esser particolarmente esposte al rischio frattura ossea, sarà presto una patologia curabile.

Il risultato, che viene definito epocale, lo si deve alla dottoressa Maria Grano, ordinario di Istologia ed embriologia nella scuola di Medicina dell’Università di Bari. La dottoressa, ha lavorato con Silvia Colucci, Giacomina Brunetti, Graziana Colaianni, Lorenzo Sanesi, Giuseppina Storlino e Giorgio Mori, riuscendo ad ottenere il brevetto americano. “Ci hanno tenuti sul filo per tre anni – ha raccontato sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno -. Ma finalmente il brevetto americano è stato concesso”.

L’Irisina, la molecola che promette di sconfiggere l’osteoporosi, aveva già ottenuto il brevetto italiano e quello europeo, rispettivamente nel 2016 e nel 2017. “Dagli Usa – ha raccontato alla giornalista Francesca Di Tommaso – ci hanno fatto soffrire: molte obiezioni benché i dati fossero inconfutabili. I ricercatori americani tendono a proteggere i brevetti interni. Ed erano un po’ piccati dal fatto che, benché fossero stati loro a scoprire l’Irisina, non avevano colto il suo ruolo primario nella lotta all’osteoporosi”.

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