Secondo una recente ricerca, condotta dall’Università di Roma Tor Vergata su 2.500 studenti liceali coinvolti con questionario anonimo: sono emersi rischi gravi dal virus dell’epatite B e C fino all’Aids in coloro, che si sono sottoposti a tatuaggi e a piercing.
I recenti studi hanno infatti rilevato che l’inoculazione nella cute di sostanze chimiche non controllate rappresenta un rischio di reazioni indesiderate di tipo tossicologico e di sensibilizzazione allergica.
Secondo la dottoressa Carla Di Stefano, autrice dell’indagine, l’80% dei ragazzi “ha affermato di essere a conoscenza dei rischi d’infezione” che si corrono, ma ciò nonostante preferisco non farne a meno.
Il 27%, infatti, del campione interrogato dichiara di aver fatto almeno un piercing, mentre il 20% almeno un tatuaggio.
Secondo anche il Professor Vincenzo Bruzzese, Presidente Nazionale del Congresso della SIGR di GastroReumatologia “Per quanto riguarda tatuaggi e piercing non ci sono casistiche da procedure effettuate in studi professionali ma il rischio aumenta quando tali procedure vengono eseguite talora da principianti, in strutture con scarse condizioni igieniche e sterilità degli strumenti o con strumenti improvvisati, come corde di chitarra, graffette o aghi da cucito, ma anche nelle carceri o in situazioni non regolate come l’ambiente domestico”.