Il vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri a Roma, 8 agosto 2013. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI
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Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano intervenendo al Festival del Lavoro a Palermo, dice: “Abbiamo vissuto una crisi economica più lunga delle guerre mondiali, e abbiamo un grave problema di disoccupazione, soprattutto al Sud e tra i giovani, per poter immaginare che un immigrato possa togliere lavoro a un italiano. Questo è inimmaginabile. Ecco perché un conto è accogliere i profughi, altro rimpatriare chi non ha diritto”. “Faremo tutto ciò che è possibile per impedire che gli italiani non trovino lavoro per colpa di immigrati che non hanno diritto di stare qui. Così non è stato fin qui. Faremo di tutto per rimpatriare il più alto numero di persone che si possono rimpatriare”.

Perché, spiega ancora il ministro “Mentre l’Europa deve accogliere i migranti che scappano da guerre e da persecuzioni, come prevedono le regole di civiltà di questo nostro grande continente, noi dobbiamo rimpatriare chi entra in Italia irregolarmente. Potenziare il sistema dei rimpatri è la scelta giusta che può dare conto anche all’opinione pubblica, stanca di vedere sbarchi”.

“Per la prima volta l’Italia ottiene un risultato a livello europeo che dà l’idea di un primo passo in avanti. Certo, non abbiamo ottenuto tutto quello che avremmo voluto, ma abbiamo ottenuto più di quanto si sia mai ottenuto in Europa in materia di immigrati”.

Poi sottolinea “La materia dell’immigrazione è regolata da un regolamento chiamato di Dublino, che è una sorta di muro, che si è rivelato penalizzante per l’Italia”.

E riferendosi ai 24mila migranti, che dovranno essere distribuiti in Europa, conclude dicendo: «L’accordo Ue ha messo in crisi il regolamento di Dublino e crea 24 mila brecce nel muro di Berlino. È un primo passo, non nelle quantità che avremmo voluto, ma c’è l’obbligo di farsi carico rispettando il principio di solidarietà di uno sforzo che l’Italia ha fin qui compiuto».

Foto Ansa

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