PALLAVOLO:SARA ANZANELLO RICOVERATA PER EPATITE, E' GRAVE
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E’ morta ieri all’età di 38 anni Sara Anzanello, la sua partita più dura è finita nel modo più atroce possibile. L’ex campionessa del mondo 2002 nata a Ponte di Piave è spirata ieri dopo 5 anni trascorsi in bilico e alla rincorsa tra ospedali e campo. Nel 2013, quando militava nell’Azerreyl Baku, il più prestigioso club dell’Azerbaigian, Sara aveva contratto una gravissima forma di epatite fulminante. Da lì la necessità di essere operata d’urgenza a Milano per un trapianto di fegato ed in seguito una lunga fase di riabilitazione, fino a riuscire, con una determinazione commovente, anche a tornare in campo.

Classe 1980, Anzanello ha sempre ricoperto il ruolo di centrale. Aveva iniziato la sua carriera in A2 con il Volley Latisana. Nel 1998 il suo esordio nella nazionale maggiore. In azzurro (278 presenze, 11esima di sempre) ha vinto lo storico e finora unico oro mondiale dell’Italia femminile nel 2002, due Coppe del Mondo (2007, 2011), due argenti al World Grand Prix (2004, 2005), un argento europeo (2005). Dopo essere transitata per Club Italia, Trecate, Novara e Villa Cortese, ecco il salto di qualità, che purtroppo le sarà fatale: nel 2011-12 viene ingaggiata dall’Azerreyl Voleybol Klubu, col quale gioca fino al 14 marzo 2013, quando viene ricoverata a Milano per un trapianto di fegato urgente. Seguiranno un periodo di riabilitazione e il suo coraggioso ritorno in campo con Novara, in B1, nel 2015.

“Sono la persona più felice della terra”, aveva raccontato Anzanello al momento dell’annuncio del ritorno all’agonismo, “questi ultimi 30 mesi per me non sono stati semplici, sono ripartita dalle piccole conquiste quotidiane come mangiare e camminare. Ora riesco anche a fare pesi e provo a giocare”. Il ritiro a fine stagione e un nuovo incarico, nello staff tecnico scelto dal Comitato veneziano della Fipav in vista del “Trofeo delle Province-Kinderiadi” 2017. Fino a sabato i suoi profili social erano invasi dai suoi messaggi di incoraggiamento alle azzurre, impegnate al Mondiale giapponese. Ieri la terribile notizia.

“Pallavolo: mondo volley azzurro piange scomparsa Sara Anzanello” (Adn, 25 ottobre 2018, ore 18.26)
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Sperava sempre, perché aveva imparato nel suo sport che si lotta fino all’ultimo punto, sull’ultimo pallone. Ed allora, qualche giorno fa, guardando in tv le sue «eredi» della Nazionale Italiana mentre, in Giappone, conquistavano il titolo di vice-campionesse del mondo, aveva sperato che Paola e compagne potessero davvero vincere ancora l’oro. Ma aveva comunque esultato, Sara, per la piazza d’onore. E dire che si trovava in clinica, impegnata in una difficilissima partita, quella dell’aggravamento fatale a cinque anni dal trapianto di fegato.

Sara Anzanello, che con la maglia della Nazionale italiana di Volley aveva conquistato l’oro del 2002, se n’è andata lasciandoci sul profilo Instagram la foto di lei che mostra la prima pagina della Gazzetta dello Sport, il giorno dopo l’impresa giapponese delle compagne. Un modo per dire «sono accanto a voi», «ecco, ci sono anche io». Perché il volley era la sua vita, comunque, pur avendo smesso da qualche anno per una malattia contratta proprio a margine della sua attività sportiva, che l’aveva portata a giocare in Azerbaijan. Lì era stata colpita da una devastante epatite, che aveva dato il via al suo calvario.

Ci sarà più d’un velo di tristezza, allora, tra le ragazze della Nazionale attese dal presidente Mattarella al Quirinale. Una come loro, una che tifava per loro, una che l’oro mondiale l’aveva vinto, non c’è più. Vogliamo ricordarla com’era, in una foto delle sue proverbiali schiacciate. E qui, di seguito, postiamo anche una foto di due pilastri della Nazionale di oggi, le nostre Myriam Silla e Paola Egonu. Le loro lacrime erano di gioia e commozione, in Giappone. E tali resteranno. Ma per un momento, attualizzando il tutto, immaginiamo che un pensiero per Sara correrà nell’animo delle Azzurre del volley e che lacrime si verseranno, di dolore, nel team italiano. Con la consapevolezza che vittoria e sconfitta, vita e morte si affrontano continuamente. E giocano senza risparmio l’ultima partita: una volta vince l’una, un’altra prevale – troppo presto come per Sara – l’altra”.

Si legge nell’annuncio alla stampa.

“È un giorno davvero triste per lo sport veneto e nazionale: l’addio a Sara è dolorosissimo innanzi tutto per i suoi familiari e per le persone a lei più vicine, ma la prematura scomparsa di questa atleta brava e forte colpisce tutti noi. Come comunità trevigiana ci stringiamo nel ricordo commosso a questa donna straordinaria, costretta a un calvario sanitario affrontato con il coraggio e la testardaggine che aveva dimostrato nei campi di gioco”.

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia.

“Esprimo ai familiari e agli amici – conclude Zaia – il più profondo cordoglio a nome dell’intera Regione. Sara sia di esempio per i giovani nello sport e nella vita”.

Cordoglio anche da parte di diversi esponenti dello Stato.

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