Passeggiare, salire e scendere le scale invece di prendere l’ascensore, utilizzare la bicicletta al posto dell’auto per gli spostamenti più brevi, ballare, fare lavori domestici e giardinaggio. Queste alcune delle attività che dovremmo compiere ogni giorno per mantenerci in salute, arrivando ai quei 30 minuti di attività fisica aerobica che sono sufficienti per sfruttare al meglio gli effetti protettivi del movimento.
L’attuale situazione di emergenza, però, ci obbliga ad osservare norme precise di comportamento che limitano le nostre attività e ci costringono a rimanere a casa. Le nostre possibilità di spostamento sono di conseguenza limitate: camera da letto, soggiorno, cucina e, per chi ne ha possibilità il giardino di casa. Se non continueremo a mantenerci attivi, purtroppo, non tarderanno a presentarsi risultati negativi: qualche chilo in più, molta fatica nel compiere qualsiasi attività anche quando questa non comporta sforzi fisici impegnativi.
Se poi la persona ha da tempo ulteriori problemi, legati ad una condizione di disabilità causata da un precedente ictus, la mancata possibilità di eseguire la fisioterapia quotidiana diventa un’ulteriore difficoltà da superare.
Oggi gli esperti suggeriscono di impostare e rispettare una nuova routine quotidiana, con orari e impegni fissi (o quasi) utili per preservare e migliorare il nostro benessere psico-fisico. Anche in questo periodo, l’attività fisica deve diventare un punto cardine delle nostre giornate: è infatti fondamentale mantenersi attivi e non perdere i vantaggi di un recupero raggiunto spesso con grande impegno, costanza e fatica. E’ sicuramente più difficile per le persone abituate a eseguire gli esercizi indicati sotto l’attenta guida dei professionisti (fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali….) perché manca un osservatore qualificato e attento che conosce le singole problematiche e che conduce l’esercizio, lo controlla e lo facilita. Come fare quindi in questo periodo?
“Con qualche accortezza possiamo tutti trasformare momenti di sedentarietà e inattività in brevi intervalli di esercizio – dichiara la Dottoressa Caterina Pistarini, Direttore Neuroriabilitazione ICS Maugeri di Genova. Possiamo ad esempio salire le scale invece di prendere l’ascensore quando usciamo di casa per accompagnare il nostro familiare a fare la spesa, per andare in farmacia o per vincere semplicemente la pigrizia di rimanere in casa. Già questo può essere un buon inizio: l’utilità del gesto ci consente di muoverci, facendo qualcosa che è gratificante anche dal punto di vista psicologico. Per chi poi a casa possiede una cyclette, pedalare tutti i giorni per 30 minuti davanti ad un programma televisivo distensivo può essere una buona opzione da prendere in considerazione. Chi possiede un deambulatore e può camminare all’aperto, nel giardino di casa o nell’area intorno al proprio condominio, compie un’attività leggera che è anche un esercizio aerobico molto vantaggioso”.
Agli anziani è stato raccomandato di evitare qualsiasi uscita. In questo caso muoversi in casa, partendo dalle semplici pulizie al riordino della casa, fare qualche piccola faccenda domestica a seconda delle proprie possibilità, è indicato per mantenersi in movimento e gestire lo stress. Esercizi raccomandati sono quelli per mantenere in attività le articolazioni delle braccia, delle spalle, degli arti inferiori e possono essere fatti senza grossi sforzi: alzare le braccia, le spalle, flettere le anche e le ginocchia.
Ci sono poi esercizi che mantengono allenate le nostre capacità intellettive e di comunicazione, la lettura, la scrittura: esistono programmi consolidati per mantenere attiva la nostra memoria e il linguaggio. E’ necessario che la persona mantenga i propri punti di riferimento con costanza e impegno: possiamo e dobbiamo, infatti, facilitare il ritorno alla nostra condizione di normalità quando questa situazione, così costrittiva, sarà auspicabilmente finita.
La scarsa attività motoria, oggi, è considerata tra i fattori di rischio più importanti per tutte le patologie cerebro-cardiovascolari, tra le quali l’ictus, e per le malattie croniche in generale quali diabete, obesità, neoplasie, depressione, osteoporosi. Uno stile di vita sano (smettere di fumare, raggiungere il peso forma, mangiare in maniera equilibrata e svolgere regolare attività fisica) incide notevolmente sull’aspettativa di vita, con ben 10 anni di vita in più senza malattie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization) e la Federazione Mondiale del Cuore (World Heart Federation) hanno sollecitato tutti i governi e le società scientifiche a promuovere, anche con il supporto dei media, tutte le iniziative più idonee e attrattive per diffondere in tutta la popolazione il principio che l’attività fisica, abbinata a uno stile di vita sano, aiuta a prevenire queste patologie. E l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale raccoglie questo invito in occasione dell’importante appuntamento annuale che dedica alla prevenzione della malattia, istituzionalmente realizzato nel mese di Aprile (per maggiori informazioni visitare il sito www.aliceitalia.org in costante aggiornamento).
Sono numerose le evidenze scientifiche che sottolineano come il livello di attività fisica sia inversamente proporzionale alla mortalità per cause cerebro-cardiovascolari sia negli uomini che nelle donne, così come confermano che il rischio di morte conseguente a queste patologie sia di 5 volte maggiore nei soggetti inattivi rispetto a quelli molto allenati. L’attività fisica svolge insomma un ruolo molto importante sia come prevenzione primaria sia come prevenzione secondaria, per evitare cioè ricadute dopo un primo episodio.
“Nonostante il periodo complesso che stiamo vivendo, la nostra Associazione vuole ribadire ancora una volta quanto sia davvero fondamentale riuscire a modificare tutte le ‘cattive abitudini’, adottando stili di vita adeguati – dichiara la Dottoressa Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia ODV (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale). Seguire una alimentazione bilanciata e sana come quella prevista dalla dieta mediterranea, astenersi dal fumo, controllare la pressione arteriosa e limitare il consumo di alcol. Ben 8 ictus su 10 potrebbero infatti essere evitati seguendo questi consigli. Obiettivo della nostra Associazione è quello di focalizzare l’attenzione di tutti i Cittadini su questa opportunità, ribadendo anche l’importanza del riconoscimento tempestivo dei sintomi e dell’urgenza di recarsi tramite il 112 (118) nei Centri dedicati alla cura di questa patologia, grave ma attualmente curabile se presa in tempo”.
L’ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150.000 italiani ne vengono colpiti ogni anno e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. In Italia, le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione, ma il fenomeno è in crescita sia perché si registra un invecchiamento progressivo della popolazione sia per il miglioramento delle terapie attualmente disponibili.