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Un gruppo di ricercatori provenienti da quattro istituti americani con a capo Lorenz Studer del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, sono riusciti a dimostrare come si potrebbero trasformare le cellule staminali degli embrioni umani in neuroni capaci di sostituire i distrutti a causa del morbo di Parkinson.

Sembra, infatti, che le cellule che sono state trapiantate in tre animali affetti da questa malattia come topi, ratti e scimmie, sono dei neuroni che sono poi sopravvissuti per un lungo periodo e si siano integrati con altre cellule nervose creando così nuove reti di comunicazione.

Nella cura del Parkinson gli scienziati spiegano inoltre, che possono essere utilizzate per favorire la crescita di dopamina, molecola indispensabile capace di dare segnali al cervello e che dunque manca proprio ai malati di Parkinson.

Tale studio, è stato finanziato dal Neurostemcell, consorzio di ricerca che comprende 16 partners in 6 paesi Europei e uno (il gruppo di ricerca di Studer) negli Stati Uniti. E’ coordinato da Elena Cattaneo, Direttore del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali dell’Università di Milano.

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