La legge 104 permette di beneficiare di speciali permessi lavorativi per assistere un disabile gravemente malato, tre giorni al mese, con retribuzione, e cambiare sede lavorativa.
Ebbene, da quando è stata istituita, si scopre, infatti che molte persone hanno usato questa legge in modo improprio, per “crearsi un’alibi” per rimanere a lavoro il meno possibile e chiedere secondo i propri fabbisogni personali, un trasferimento in altra sede, con la scusa del parente disabile, senza neppure occuparsene.
Un abuso che ha snaturato la legge creando danni anche a chi la usa per gravi motivi familiari, o da far venire una fare rabbia a quei disabili che non essendo in una situazione di gravità non possono beneficiarne.
Ad abusarne più di tutti, sembrano essere proprio i docenti e, il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola. Il Ministero della Istruzione e Ricerca (MIUR) ha per questo motivo deciso di frenare questa cattiva abitudine.
Perchè, sostiene, non è possibile che a beneficiare di questa legge 104 siano per il 13% gli insegnanti e dei dipendenti scolastici, contro uno scarso 1,5% di dipendenti statali di altri uffici!
In pratica, ad ogni 9 insegnanti con la 104 corrisponderebbe un solo impiegato privato (o di altri uffici pubblici) che ne fa uso.
A far esplodere le polemiche, la scoperta di una scuola di Agrigento dove addirittura 70 docenti su 170 ne erano beneficiari! Dopo i controlli dell’INPS furono bloccati e revocati permessi e trasferimenti.
Da qui, d’ora in poi su pressione del MIUR, l’INPS vigilerà sui veri permessi e le vere necessità di familiari di dipendenti pubblici e solo in rari casi accertati saranno concessi i benefici richiesti.