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Il Jobs Act è passato in Senato con 166 voti favorevoli, 112 contrari e un astenuto. Presentato per la prima volta l’8 gennaio scorso, da Matteo Renzi e dal ministro del lavoro Giuliano Poletti, il decreto era stato approvato dalla camera lo scorso 25 novembre, per poi divenire legge dello stato.

Ecco nel dettaglio cosa prevede:

Contratto a tempo indeterminato: diventa il contratto privilegiato per le assunzioni, grazie a sgravi fiscali per le aziende.

Contratti a tempo determinato: alzata da 12 a 36 mesi la durata dei contratti a tempo determinato senza causale, cioè quelli per cui non è obbligatorio specificare il motivo dell’assunzione. La forza lavoro assunta con questo contratto non potrà essere più del 20% del totale degli assunti. Il contratto a tempo determinato si potrà rinnovare fino a un massimo di otto volte in tre anni, sempre che ci siano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa. Salta dunque l’obbligo di una pausa tra un contratto e l’altro.

Contratti di apprendistato con meno vincoli: per assumere nuovi apprendisti non sarà più obbligatorio confermare i precedenti apprendisti alla fine del percorso formativo. La loro busta paga sarà pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento.

Contratto a tutela crescente: è un contratto a tempo indeterminato che non avrà tutte le tutele dall’inizio. Nei nei primi tre anni, per esempio, l’applicazione dell’articolo 18 non sarà completa, le tutele aumenteranno poi in base all’anzianità del lavoratore.

Stop a contratti a progetto: Un lavoratore potrà essere assunto o con contratto a tempo indeterminato o determinato, altrimenti sarà un lavoratore autonomo.

Articolo 18: il diritto al reintegro nel posto di lavoro sarà limitato solo ai licenziamenti “nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato”. Per i licenziamenti relativi a fattori economici resta esclusa la possibilità di essere reintegrati nel posto di lavoro. E’ previsto, inoltre, “un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio”. Si cercherà di ridurre al minimo la discrezionalità dei giudici attraverso una tipizzazione dei vari casi.

Demansionamento: sarà limitato solo ad alcuni casi e sempre nell’eventualità di una ristrutturazione aziendale. La retribuzione non potrà in alcun caso essere ridotta.

Durc: abolito il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), il documento sugli obblighi legislativi e contrattuali delle aziende nei confronti di Inps, Inail e Cassa edile. Sarà sostituito da un modulo da compilare invece su internet.

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