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Ieri la moglie di Bossetti, è andata in carcere a trovare il marito. “Come stanno i ragazzi? Hanno chiesto di me?“, avrebbe chiesto il presunto killer.

L’incontro è durato circa due ore: i due hanno parlato prevalentemente dei tre figli. Nel colloquio, autorizzato dal pubblico ministero, non vi sarebbe stato alcun segnale di cedimento o contraddizione da parte di Bossetti e la donna avrebbe detto al marito “Ti credo innocente ma c’è il Dna, ora devi spiegare”.

La moglie dell’uomo, interrogata nei giorni precedenti, nella caserma di Ponte San Pietro, ha ripetuto più volte di credere al marito: “Mio marito non è un assassino. Non è un pedofilo”.

E quando gli inquirenti le hanno richiesto dove si trovasse il marito la sera del 26 novembre 2010, ha risposto “non ricordo“, e “può essere“, avvalendosi della facoltà di non rispondere o sottolineando che il non ricordare non significasse niente, ovvero che la sua amnesia circa quella giornata è normale dopo quattro anni.

Ma con il passare delle ore, qualche ricordo sembra ora essere tornato. La donna ha infatti dichiarato: “Quella sera cenai con mio marito alle nove di sera”. Elemento questo che va ad aggiungersi ai tanti che stanno emergendo in questi giorni.

Intanto, dal verbale dell’interrogatorio emerge anche che la donna avrebbe raccontato agli inquirenti, che lei e il marito si recarono sul luogo del delitto, dove fu trovato il corpo senza vita della ragazzina di Brembate.

La Comi avrebbe infatti rivelato: “E’ capitato in una circostanza, molto tempo dopo il ritrovamento di Yara, che transitando per andare a Capriate San Gervasio, volevamo andare a vedere il luogo. Inizialmente non trovammo la strada, ma alla fine ci siamo arrivati. Che io sappia mio marito non c’era mai andato”.

Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non che emergerebbe un altro inquietante dettaglio. Ovvero, quando gli inquirenti le hanno chiesto “È a conoscenza di una chiamata di Bossetti Massimo a sua madre (Ester Arzuffi, ndr) avvenuta proprio nel contesto del rinvenimento del cadavere di Yara Gambirasio e mentre si trovava a transitare in Chignolo d’Isola, con la quale informava la donna di ciò che stava accadendo, chiedendole anche se volesse raggiungerlo?”. Lei ha risposto di non sapere nulla.

Ma nel verbale dell’interrogatorio è stato sottolineato dalla procura che Massimo Giuseppe si sarebbe trovato proprio a Chignolo d’Isola quando fu scoperto il cadavere di Yara e ne informò la madre.

Ma non è tutto. Secondo quanto riportato da “Il Fatto Quotidiano”, l’identikit del furgone di Bossetti “Ha un particolare unico”. Gli investigatori, avrebbero tra le mani un’altra prova che inchioderebbe il muratore di Mapello. Di cosa si tratti per ora resta top secret, ma sembrerebbe, che possa essere ritenuta “Come fosse il suo Dna”.

Il mezzo è un Iveco Daily cassonato, composto da motrice e da un cassone aperto per accogliere il materiale da lavoro. Un mezzo piuttosto comune, ma che si differenzierebbe dagli altri per un elemento ben preciso.

Inoltre, il mezzo sarebbe stato comprato da Bossetti di terza mano, e porterebbe una data di immatricolazione anteriore alla scomparsa di Yara. Dato confermato dalla ditta Bonacina di Chignolo d’Isola dove Bossetti andava a rifornirsi di materiale edili.

I titolari, infatti, avrebbero raccontato che dal 2008 al 2013, il muratore utilizzava sempre lo stesso mezzo. A questo punto è importante ricostruire la storia del furgone. Ad oggi si sa solo che l’Iveco è uscito dal concessionario nel 2008 e negli anni è stato modificato, fino a quando non lo ha acquistato il presunto assassino di Yara, il quale, confermano gli investigatori, non lo cambia.

Ma il mezzo presenterebbe una caratteristica particolare che avrebbe già permesso al Ros di identificarlo nella zona di via Rampinelli in orario compatibile alla scomparsa della ragazza.

Ma non è tutto. Altra cosa non trascurabile, sarebbe emerso che le gocce di sangue di Yara e quelle del presunto assassino presenti sui vestiti della ragazza, secondo la scientifica sarebbero cadute contemporaneamente su slip e leggins. Ipotesi che farebbe escludere che a depositare il dna di Ignoto 1 possa essere stato un taglierino trafugato a Bossetti sul quale era rimasta una macchia di sangue secco.

Proprio, ieri, infatti è trapelata la notizia di un furto di materiale dal furgone di Bossetti, che a dire degli investigatori, risalirebbe solamente a pochi mesi fa.

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