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L’Istat comunica oggi che il tasso di disoccupazione giovanile nel mese di agosto si attesta al 12,3% rispetto al 12,6% del mese precedente.

Aumenta però, quello nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, ovvero dei giovani disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, attestandosi al 44,2% rispetto al 43,2% di luglio.

Dato questo certamente allarmante perché non fa sperare a nulla di buono. Anche perché, è il tasso più alto dal 1977 (anno d’inizio delle serie storiche trimestrali) e dal gennaio 2004 se si considerano le serie mensili.

Gli under 25 occupati sono solo 895.000, in diminuzione del 3,6% rispetto al mese precedente (-33 mila) e del 9% su base annua (-88.000).

Resta invece, sostanzialmente stabile il numero di giovani disoccupati a 710.000, ed aumenta dello 0,3% nell’ultimo mese (+2.000) e del 5,6% rispetto a dodici mesi precedenti (+37.000).

L’elaborato presentato dal Cnel, fotografa il mercato del lavoro 2013-14, sottolineando che il problema della crescente disoccupazione giovanile è strettamente legato alla normativa sul lavoro introdotta negli ultimi 20 anni che ha reso il lavoro più flessibile con il risultato che oggi, nel nostro Paese, è più facile licenziare rispetto a Germania, Francia e Olanda.

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