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Un trapianto di cellule staminali estratte dall’osso che ospita le radici dei denti di pazienti potrebbe essere la soluzione giusta per i difetti ossei dovuti a grave malattia delle gengive (parodontite).

E’ questa la promessa da cui è partito uno studio clinico condotto da Danae Apatzidou, della Scuola di Odontoiatria dell’Università Aristotele di Thessaloniki. Una ricerca presentata ad Amsterdam la scorsa settimana in occasione di Europerio9, il congresso della Federazione Europea di Parodontologia.

“Si tratta di uno studio potenzialmente promettente – dichiara Cristiano Tomasi, Professore Associato presso il dipartimento di Parodontologia all’Università di Göteborg e membro della Società Italiana di Parodontologia (SIDP) – soprattutto considerando che è uno dei primi studi su pazienti ad avere testato una procedura basata sull’utilizzo di staminali per trattare i difetti ossei dovuti a malattia parodontale. Non ci si deve dimenticare, però, che siamo appena agli inizi dell’esplorazione delle possibilità terapeutiche legate all’utilizzo delle cellule staminali del paziente stesso (autologhe). Lo studio aveva soprattutto lo scopo di testare la sicurezza di questa procedura, più che la sua efficacia.
Serviranno ancora molti studi e affinamenti tecnici prima di poter arrivare a una procedura clinica applicabile di routine, ma la strada è aperta”.

Il trattamento della parodontite grave in stadio avanzato comporta la combinazione di tecniche chirurgiche e non chirurgiche ed è criticata da alcuni per i suoi alti costi, riferisce Apatzidou, senza contare che offre risultati non sempre duraturi nel tempo. “C’è bisogno di approcci terapeutici alternativi – sostiene Apatzidou – che diano risultati più durevoli nel tempo. Di qui l’idea di tentare l’utilizzo delle cellule staminali del midollo osseo dei pazienti per riparare le lesioni parodontali, spiega Apatzidou, secondo un approccio centrato sul paziente che minimizzi i traumi e rispetti l’architettura naturali delle parti molle della bocca.

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