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Le Regioni hanno attivato il fascicolo sanitario elettronico (Fse) tranne la Calabria. Sono oltre 11 milioni gli italiani che ne hanno aperto uno proprio. Mentre ad oggi 239 milioni di referti risultano digitalizzati.

A tracciare un bilancio sono Agid-Agenzia per l’Italia digitale e Consiglio nazionale delle ricerche, che in collaborazione con il Forum della Pubblica amministrazione hanno organizzato a Sorrento il convegno “La trasformazione digitale per integrare sanità e sociale”. Obiettivo è quello di favorire un’evoluzione del “fascicolo” come punto di accesso unico delle informazioni cliniche del cittadino, secondo il paradigma “once only”, in base al quale le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere agli utenti informazioni già in precedenza fornite. Il Fse potrà diventare lo strumento cardine per abilitare nuovi percorsi di cura e prevenzione personalizzati soprattutto per i malati cronici e gli anziani, anche in collegamento con i sistemi di telemedicina. «Il fascicolo sanitario rappresenta un elemento abilitante dell’integrazione tra sanità e sociale. Le Regioni in questi ultimi anni hanno accelerato il percorso di implementazione che dovrà proseguire, come sempre con il coinvolgimento del Mef, del ministero della Sanità, Cnr, di tutti gli altri attori istituzionali e dei cittadini. Come Agid lavoreremo per continuare a facilitare le Regioni in questo percorso e per definire nuove linee guida e regole tecniche che migliorino e valorizzino la gestione dei dati sanitari», commenta Adriana Agrimi, Responsabile Area trasformazione digitale di Agid.

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