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Le cronache raccontano che ancora oggi ci sono bambini che muoiono per un diabete di tipo 1 non riconosciuto o trattato adeguatamente per un certo periodo. L’ultimo caso potrebbe essere quello del bimbo deceduto all’ospedale di Santorso, nel vicentino: sembra che le cause del decesso non siano direttamente imputabili a un diabete non riconosciuto, ma come spiega Manuela Bertaggia, del Coordinamento Associazioni Diabetici Regione Veneto (http://www.diabeticiveneto.it/), «anche la sola ipotesi che una tardiva diagnosi possa essere coinvolta nella morte del piccolo riapre una ferita non ancora chiusa».

Il bimbo sarebbe morto nell’arco di due giorni senza che, come hanno raccontato i genitori, venisse effettuato un esame ematologico durante il primo accesso al Pronto Soccorso. Una vicenda molto triste come accadde ad altri due bimbi deceduti fra dicembre 2017 e maggio 2018: un piccolo a Salerno, morto perché non è stata riconosciuta una chetoacidosi diabetica, e una bambina morta a Parma perché è stato applicato un protocollo non adeguato a risolvere una chetoacidosi già molto compromessa.

Nel caso più recente del bimbo del vicentino non aver eseguito gli esami clinici per valutare l’eventuale presenza di un diabete, come spiega Bertaggia, è la conseguenza di alcune “lacune del nostro Sistema Sanitario che non possono essere più sottovalutate”.

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