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Dopo una lunga trattativa nella notte, l’accordo c’è, sul piano occupazionale. Tra sindacati, Mittal e governo giallo-verde: a confermarlo anche la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David.

Dopo la lunga pausa che è durata oltre l’una di notte, la trattativa è ripresa al ministero dello sviluppo economico, con incontri tra le organizzazioni sindacali e il vicepremier Luigi Di Maio, il quale ha poi avuto un ruolo predominante di mediazione con i rappresentanti dell’azienda Mittal.

I sindacati, secondo quanto si apprende, hanno chiesto all’azienda di portare a 10.700 i lavoratori da assumere subito. Richiesta appoggiata anche dal vicepremier Di Maio, mentre Mittal era ferma a 10.500 unità, come da schema previsto dall’ex ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda.

Alla fine, invece, le assunzioni saranno 200 in più. Si tratterà di lavoratori delle affiliate di altri contratti elettrici e dei trasporti. Esuberi, dunque, non ci saranno, e sarà data la possibilità di poter uscire per prepensionamento con una buona uscita di 100.000 euro lordi.

Accordo raggiunto con grande soddisfazione anche sul piano del premio di produttività 2019 e 2020 per il quale i sindacati hanno chiesto anche “una tantum” che dia un salario del 4 per cento in più a tutti gli assunti.

Di queste assunzioni, oltre 2mila, resteranno in capo all’Ilva in Amministrazione Straordinaria guidata dai commissari straordinari. L’azienda si occuperà delle bonifiche interne al perimetro del siderurgico tarantino.

Al tavolo si continua adesso a lavorare per limare i testi finali che saranno resi noti in giornata.

E’ senza ombra di dubbio un giorno storico per Taranto e l’Ilva. Ma forse in pochi lo hanno capito. La gente vuole ancora garanzie per l’ambiente e la salute pubblica. Tante le promesse non mantenute.

Nell’accordo sull’Ilva con ArcelorMittal “abbiamo ottenuto quello che abbiamo chiesto sin dall’inizio, quindi siamo soddisfatti”, E’quanto spiega la segretaria della Fiom Francesca Re David – “10.700 lavoratori verranno assunti subito e sono sostanzialmente quelli che ora lavorano negli stabilimenti, ossia tutti quelli non in cassa integrazione”. Contemporaneamente parte anche un “piano di incentivi alle uscite volontarie e l’azienda “si è impegnata ad assumere tutti gli altri che restano in carico all’Ilva senza penalizzazioni e con l’articolo 18”. Molto migliorato anche il piano ambientale “che porta all’accelerazione delle coperture dei parchi e a un limite fortissimo delle emissioni. Se Ilva vuole produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio lo deve fare senza aumentare di nulla le emissioni che ci sono”. Ora, conclude Re David, sottoporremo l’intesa come sempre al giudizio dei lavoratori che per noi è vincolante. Oggi sottoscriveremo l’accordo ma la firma definitiva ci sarà solo al termine dei referendum”. I tempi? “Cercheremo di farlo naturalmente entro il 15 settembre, ci mettiamo subito al lavoro”, ha concluso.

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