Il rischio di tumore del collo dell’utero potrà essere diagnosticato anche da casa propria con un semplice test delle urine o con un tampone vaginale a casa, rendendo quindi lo screening preventivo più veloce per le donne che attualmente devono recarsi periodicamente in ambulatorio per eseguirlo. (altro…)
Le campagne No Vax arrivano a incidere anche sulla prevenzione dei tumori. Quello contro il Papilloma virus è l’unico vaccino che permette di scongiurare il rischio di sviluppare un tumore all’utero e il contagio con il virus Hpv. Ma negli ultimi tempi la copertura è letteralmente precipitata. Si è scesi dal 76 al 59 per cento. Quasi 20 punti in meno. Abbastanza per parlare di un vero e proprio allarme. (altro…)
Un vaccino è riuscito a sconfiggere il cancro al collo dell’utero e tra 20 anni questa cosa non sarà più un «problema di salute pubblica». Grazie infatti ai programmi di screening e alla vaccinazione per l’Hpv l’Australia è stato possibile. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Lancet Public Health, secondo cui il traguardo sarà raggiunto nel 2028.
L’Australia, ricorda lo studio, ha istituito il suo programma di screening sui tumori cervicali nel 1991, ed è stata tra i primi paesi ad adottare la vaccinazione per l’Hpv e ad estenderla a entrambi i sessi, con un tasso di copertura che ha raggiunto il 79% per le ragazze e il 73% per i ragazzi.
I ricercatori dell’Australian Cancer Council hanno infatti elaborato un modello matematico per prevedere, sulla base degli effetti di questi due fattori, l’andamento del numero dei casi. Secondo la proiezione nel 2022 nel Paese ci saranno meno di sei casi ogni 100mila abitanti, mentre nel 2028 la cifra scenderà ancora fino ad arrivare a 4.
Le morti saranno invece meno di una su 100mila nel 2035. «Se saranno mantenuti l’alta copertura vaccinale e l’adesione agli screening – spiegano gli autori dello studio -, il cancro cervicale potrebbe essere considerato eliminato come problema di salute pubblica entro i prossimi 20 anni».
In Italia, rivela il sito dell’Airc, ogni anno si manifestano circa 2.300 nuovi casi prevalentemente in forma iniziale, mentre una donna su 10.000 riceve una diagnosi di tumore della cervice in forma avanzata. Ci sono nel nostro Paese ogni anno circa 430 donne che muoiono di carcinoma della cervice.
Ben venga allora, al più presto, anche in Italia, questo tipo di vaccinazione.
Addio al Pap Test, arriva il nuovo Test Hpv già utilizzato in sei regioni del Centro Nord. Si tratta del primo screening utile per individuare, nelle donne, il Papilloma Virus Humano, principale artefice del tumore al collo dell’utero. A stabilirlo, il Piano Nazionale Prevenzione 2014-18 del Ministero della Salute, che individua il Test Hpv come screening primario per donne tra 30 e 64 anni. (altro…)
La figlia di Ornella Muti, Naike Rivelli, abituata nei suoi post a mettersi a nudo e in mostra, anche al naturale in molte situazioni, si è scattata, questa volta, una foto, che sta facendo molto discutere, in quanto nel pieno di una visita ginecologica.
Ebbene, il medico di Naike appare anche lui nella foto mentre la visita.
Sotto alla foto scattata, Naike mette una didascalia mandando un semplice e importante messaggio: la prevenzione, per combattere il papilloma virus, causa molto spesso del tumore al collo dell’utero. “Fate i test per l’Hpv”
Questa volta, Naike lo avrà fatto a fin di bene per sensibilizzare il popolo femminile a sottoporsi a controlli periodici di prevenzione da Hpv o sarà stato il solito esibizionismo?
Quasi tre ragazzi su dieci non temono e non si proteggono da malattie come Papilloma Virus, Clamidia, Epatiti B, Hiv e tantissime altre malattie sessualmente trasmissibili.
E’ quanto è emerso da uno studio, chiamato “Conoscenza e prevenzione del Papillomavirus e delle patologie sessualmente trasmesse tra i giovani in Italia”, realizzato dal Censis, in collaborazione con Sanofi Pasteur-MSD, e e presentato ieri al Senato.
Studio che si è focalizzato su un campione di mille ragazzi di età compresa tra 12 e 24 anni, che avrebbero dichiarato (92,9%) di aver avuto il primo rapporto sessuale completo intorno ai 17 anni, di non aver preso precauzioni, di non essere stati attenti a gravidanze indesiderate e malattie a trasmissione sessuale.
Dei ragazzi esaminati, solo il 74,5%, avrebbe dichiarato di essersi protetto con costanza onde evitare infezioni a trasmissione sessuale, mentre il 19,5% lo avrebbe fatto raramente, il 6% avrebbe dichiarato mai.
“Questo indica – spiega Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis – che quasi 3 su 10, o un terzo dei ragazzi esaminati non teme infezioni sessuali. Dato questo certamente non rassicurante che mostra un’eccessiva tranquillita’ nell’affrontare il tema. Dicono di conoscere le malattie sessualmente trasmissibili, ma la maggior parte di essi le assimila all’Aids”.
Tra chi non si protegge, la meta’ ritiene inoltre che queste malattie si possano contrarre solo attraverso rapporti sessuali con prostitute. C’e’ poi chi, come sottolinea la dottoressa, fa “confusione tra contraccezione e prevenzione”: il 70,7% usa infatti il profilattico come strumento di prevenzione contro le malattie sessuali, ma il 17,6% ritiene che la pillola sia uno degli strumenti di prevenzione piuttosto che uno dei mezzi di contraccezione.
Dall’European College for the study of vulval disease, società medica che coinvolge diversi esperti da ginecologi a patologi, passando per urologi, dermatologi, chirurgi plastici, arriva la notizia che nei prossimi mesi sarà disponibile un nuovo vaccino di tipo nonavalente, in grado di prevenire nove tipi di virus della famiglia del papilloma sia nell’uomo che nella donna.
Sarà in Italia nei prossimi mesi, per contrastare il 94% dei casi di tumori al cavo orale e agli organi genitali collegati al virus.
Fabrizio Bogliatto, presidente di Ecsvd, ginecologo all’Asl Torino 4, ha dichiarato che “La vaccinazione non ha effetti collaterali che possano preoccupare e permette di ridurre l’incidenza di tutte le neoplasie correlate all’infezione da Hpv”.
Il vaccino che finora era somministrato solo alle bambine intorno ai 12 anni, sino a dicembre di quest’anno sarà acquistabile ad un costo di 36 euro.
Successivamente, a partire da gennaio 2017 sarà totalmente a carico del servizio sanitario nazionale.
Il pap test presto andrà in pensione. Sarà sostituito da un test del sangue che potrà individuare la presenza dell’HPV, meglio noto come Papilloma Virus. (altro…)
Un recente studio condotto dall’Azienda ospedaliera di Padova sul Papilloma Virus e sulle conseguenze nel corpo umano, ha rivelato che tale virus possa colpire anche gli uomini diffondendosi nel sangue e nel liquido seminale causando così infertilità. (altro…)
Le donne italiane sanno ancora molto poco sul papilloma virus, ossia hpv, eppure, sembrerebbe che il 62,2% delle quattordicenni sia al contrario già vaccinato. (altro…)