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Secondo un recente studio condotto dal ricercatore italiano Graziano Pinna dell’Università dell’Illinois, insieme a ricercatori del Massachusetts General Hospital, della Boston University School of Medicine e dell’Harvard Medical School, esisterebbe un legame tra i disturbi alimentari e una particolare molecola dell’umore.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Neuropsychopharmacology, ha messo in luce che i disturbi alimentari sono fortemente correlati all’ansia, determinata da un deficit della “molecola del buonumore”. Chiamata anche allopregnanolone (ribattezzata per comodità “allo”) derivante dall’ormone femminile progesterone, da cui dipende anche la sensazione di benessere e felicità che le donne provano.

I ricercatori hanno analizzato il legame esistente tra ansia e depressione con i livelli di “allo” presenti nell’organismo di pazienti interessate da obesità o anoressia nervosa. L’indagine, condotta attraverso esami del sangue, test scritti, ha analizzato i dati di un campione formato da 12 donne affette da anoressia nervosa e 12 donne obese e 12 donne normopeso, i cui risultati hanno evidenziato come le donne con anoressia nervosa avessero un livello di “allo” minore del 50% rispetto alle donne normopeso.

Mentre, per le donne obese il livello di “allo” sarebbe stato inferiore del 60% rispetto alle donne con peso normale. I livelli di progesterone risultavano pertanto, uguali in tutte le donne esaminate, e questo avrebbe confermato, secondo gli scienziati, l’esistenza di una disfunzione nella produzione di questa molecola. Altro importante dato messo in luce dalla ricerca sarebbe stato quello di rilevare pazienti con un livello di “allo” inferiore e forme di ansia e depressione.

Ci si augura allora, di arrivare dopo questa scoperta a possibili terapie che vadano ad agire sulla concentrazione di questa molecola del buonumore, in modo da intervenire tanto su ansia e depressione, quanto sui disturbi alimentari, come anoressia e obesità.