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Sono le otto di sera, martedì 2 luglio, arriva il verdetto della gip di Agrigento Alessandra Vella. Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch 3 è tornata libera dopo quattro giorni trascorsi agli arresti domiciliari. Si dice “molto commossa per la solidarietà espressa nei miei confronti da così tanta gente”. “Sono sollevata dalla decisione del giudice – ha aggiunto Carola – che considero una grande vittoria della solidarietà verso tutti i migranti e rifugiati e contro la criminalizzazione di chi vuole aiutarli”

Il gip è andata oltre la richiesta dei pm, non convalidando l’arresto della comandante, escludendo anche il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare. Viene dunque meno la misura dei domiciliari decisa dalla procura di Agrigento. Il gip sottolinea poi…che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria perché i porti dell Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.

Ma qualcosa non torna sulla Sea Watch e il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio potrebbe approfittare della indagine sulla capitana Carola Rackete per lo sbarco forzato avvenuto a Lampedusa nella notte tra venerdì e sabato scorsi, per capire qualcosa in più sulle pratiche di salvataggio nel Mediterraneo e i rapporti tra le ong e gli scafisti che trafficano migranti nella acque della Libia. Il sospetto, scrive il Messaggero, è che ci possa essere “una regia più ampia”. Per questo Patronaggio e il procuratore aggiunto Salvatore Vella “l’8 luglio interrogheranno di nuovo la comandante dell’imbarcazione”.

Una inchiesta parallela a quella incentrata sullo sbarco di Lampedusa. “I magistrati verificheranno anche che le condizioni della zona Sar libica ed effettueranno accertamenti per stabilire se la Ong abbia avuto contatti con i trafficanti di esseri umani”, per capire, parola di Patronaggio, se il contatto tra la Sea Watch e gli scafisti “sia avvenuto in modo fortuito o ricercato”. Si verificheranno, dunque, “tutta una serie di elementi che servono a verificare se si è trattato di un’azione di salvataggio in mare, oppure un’azione concertata”. Sotto la lente d’ingrandimento anche i due aerei utilizzati per le ricognizioni in mare dalle ong, Colibrì e Moonbird, che sorvolano il Mediterraneo per avvistare i barconi dei migranti e su cui hanno puntato il dito anche gli esponenti di Fratelli d’Italia. A insospettire è la dinamica dell’ultimo salvataggio, iniziato a circa 47 miglia dalle coste libiche. La Sea Watch fa partire una segnalazione verso Italia, Malta, Olanda e Libia, alle 11.53 la Guardia costiera libica risponde con una mail “in cui dichiara di assumere il coordinamento dell’operazione” ma la Sea Watch procede comunque al salvataggio, per poi dirigersi verso l’Europa.

Intanto, anche dopo l’arresto della comandante Carola Rackete, la Ong tedesca Sea Watch si è detta determinata a proseguire le sue operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo, “se necessario con una nuova nave”, giacché quella dovrebbe essere confiscata.

Il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini non nasconde la sua immensa delusione annunciando di aver disposto un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera per la capitana della Sea Watch.

“Questa sentenza fa male all’Italia.
Cosa bisogna fare per finire in galera?
Mi vergogno di chi permette che in questo Paese arrivi il primo delinquente dall’estero, disubbidisca alle leggi e metta a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro.
Pessimo segnale, ma io non mollo.
Finché avrò l’onore e l’orgoglio di difendere la sicurezza del nostro Paese da ministro dell’Interno, io vado avanti come un treno e, insieme, andiamo a salvare l’Italia.
Se voi ci siete io ci sono!”

“Disubbidire a leggi dello Stato – scrive ancora il ministro e vicepremier Matteo Salvini – attaccare, speronare, rischiare di ammazzare militari Italiani non vale la galera.
E questa sarebbe “giustizia”?
Sono indignato, sono schifato ma non mi arrendo: restituiremo onore, orgoglio, benessere, speranza e dignità alla nostra Italia, costi quello che costi”.

“Urge riformare la giustizia – il nuovo post di oggi 3 luglio – selezionare e promuovere chi la amministra in Italia e cambiare i criteri di assunzione, perché questa non è la giustizia che serve a un Paese che vuole crescere”.

Luigi di Maio interviene anche lui a supporto di Salvini e dice “Mi sorprende la scarcerazione di Carola Rackete. Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di finanza. Il tema resta però la confisca immediata”.

La prefettura conferma “Firmato il provvedimento di espulsione”. Ma il prefetto Dario Caputo fa sapere che non potrà essere eseguito fino a quando la Rackete sarà di nuovo interrogata dai pm, nell’ambito del fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Secondo, però, le ultime notizie, che pervengono nella giornata di oggi, e quanto riportato da il Corriere della Sera, la Rackete non verrà espulsa. Alle 20.50 di ieri martedì sera, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva annunciato che la comandante della ong “sarà allontanata dal territorio e accompagnata alla frontiera”. Dunque il ministro aveva chiarito che il provvedimento dovrà essere approvato da un giudice. Ma in realtà quel provvedimento sarebbe già stato negato poiché per il prossimo 9 luglio è fissato l’interrogatorio di Carola, la quale rischia di restare in Italia proprio per questo. Entro giovedì sera, dunque, dovrebbe arrivare la bocciatura “formale” dell’espulsione, data sostanzialmente per scontata: i magistrati, si schierano ancora una volta a sinistra e contro il ministro, vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. La politica di governo attuale.

Sempre il Corsera aggiunge che nelle prossime ore l’avvocato Alessandro Gamberini della comandante di Sea Watch 3 depositerà un’istanza di rinvio perché proprio quel giorno dell’udienza ha un altro appuntamento professionale e dunque è possibile che il faccia a faccia con i magistrati possa slittare almeno di una settimana. Fino a quel momento Rackete sarà libera di circolare in Italia. Esattamente quello che Salvini voleva evitare.

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