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Il congedo parentale straordinario è previsto per coloro che devono prendersi cura dei propri figli a casa a causa della chiusura delle scuole da emergenza coronavirus, può essere richiesto anche se uno dei due genitori è in smart working e quindi lavora da casa. E’ quanto emerge dalla circolare dell’Inps sul congedo parentale previsto dal decreto del 17 marzo. Non si può, invece, chiedere il congedo se l’altro genitore è disoccupato o titolare di un sostegno al reddito (come ad esempio la Naspi o il reddito di cittadinanza).

Il congedo introdotto dal decreto del 17 marzo per la cura dei minori durante il periodo di chiusura delle scuole – ha ricordato l’Inps – è di 15 giorni anche frazionabili, è indennizzato al 50% della retribuzione e coperto da contribuzione figurativa e può essere utilizzato alternativamente dai due genitori. E’ fruibile dai genitori lavoratori dipendenti del settore privato, dai lavoratori iscritti alla Gestione separata, dai lavoratori autonomi iscritti all’Inps e dai dipendenti pubblici.

Può essere chiesto per figli fino a 12 anni solo nel caso in cui, l’altro genitore lavori e non sia né disoccupato né beneficiario di un sostegno al reddito. Inoltre, può essere chiesto se l’altro genitore è in smart working e lavora da casa. In alternativa al congedo è stata prevista anche la possibilità per i genitori di richiedere un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per un limite di 600 euro. Inoltre è stato previsto l’incremento del numero di giorni di permesso retribuiti della legge 104 (tre al mese), di 12 giornate nel complesso usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020.

E’ stata infine prevista la possibilità di accedere al congedo, senza retribuzione e senza contribuzione (con richiesta solo al datore di lavoro) anche per quei lavoratori che hanno figli di età compresa tra i 12 e i 16 anni mentre per chi ha figli in situazione di gravità sarà possibile avere il congedo indennizzato anche oltre i 12 anni di età purché questi frequentino la scuola o un centro diurno.

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