Coinvolgere buona parte dei 300 mila volontari della Protezione civile nazionale per accelerazione del piano vaccinale, che potrebbe scattare già dalla fine di marzo.
Diverse, le migliaia di medici e infermieri che sarebbero aggiunti e che potrebbero fare la differenza nell’affiancare quelli già in presenza nelle diverse Regioni d’Italia.
Per arrivare a moltiplicare, anche di cinque volte, o sei, l’attuale piano vaccinale. E giungere, finalmente a somministrare oltre 600 mila dosi di vaccino anti-covid al giorno.
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Pioveranno miliardi sulla testa della sanità italiana e le aspettative sono tante sia da parte dei veri protagonisti della bollente questione ossia i medici, associazioni di categoria, società scientifiche, che non sono state interpellate nella elaborazione della bozza del Recovery Plan, sia da parte dei cittadini che sperano in una vera rivoluzione sanitaria delle cure e dell’assistenza. Per i medici urge comunicare quello che servirà per cambiare pagina ed aprire un nuovo capitolo della sanità del prossimo futuro. Dalla rete territoriale all’organizzazione ospedaliera, all’assistenza territoriale e domiciliare, dal potenziamento delle file degli operatori sanitari alla digitalizzazione in sanità.
Per discutere e fare chiarezza sugli stanziamenti sulla sanità, sulle necessità e sulle possibilità reali dell’Italia, Motore Sanità ha organizzato il webinar “RECOVERY FUND, INVESTIMENTO IN SALUTE E SOSTENIBILITÀ FUTURA DEL SSN”.
Il Piano Nazionale italiano per l’uso del Recovery Fund europeo per accedere al Next Generation UE prevede uno stanziamento su più voci per la sanità alla quale saranno destinati 19,7 miliardi dei fondi complessivi del Next Generation EU. La missione si articola in due componenti: “assistenza di prossimità e telemedicina” a cui sono destinati 7,9 miliardi in totale e “innovazione dell’assistenza sanitaria” che assorbirà 11,8 miliardi.
“Stiamo parlando di un piano approvato dal Consiglio dei Ministri che dovrà andare in Parlamento e poi anche ad un confronto ulteriore con le parti sociali, quindi parliamo ovviamente di qualcosa che può cambiare, anche per via della situazione politica – ha spiegato Brando Benifei, Europarlamentare -.
Vedremo cosa succederà dato che oggi sappiamo che c’è un governo dimissionario che può solo disbrigare gli affari correnti per come sono le cose, ma vedremo come evolve la discussione sul piano di ripresa e vedremo come verrà anche migliorato il lavoro con le parti sociali e con il Parlamento. Sarà importante che chi governa, chiunque sarà, riesca a utilizzarla al meglio”.
I medici di medicina generale hanno più volte ribadito il bisogno della medicina generale di un sistema più strutturato a livello di personale e di strumentazioni (tecnologie) per assicurare le più efficaci cure e la migliore assistenza al paziente.
“Lo ribadiamo anche in questa occasione – si è appellato Claudio Cricelli, Presidente Nazionale SIMG – perché è importante far operare 46mila medici di medicina generale, aggregarli in strutture che funzionino sul territorio e che intercettino le esigenze dei loro assistiti. Per fare questo è necessario il potenziamento stimato in circa 90 mila unità, della dotazione di personale sanitario, e penso alla figura dell’infermiere, e di personale di segreteria, per un investimento annuale stabile di 3,8 milioni. E poi sono necessarie strutture adeguate per esercitare la professione sanitaria e anche infrastrutture digitali”.
I medici internisti ospedalieri ambiscono ad un modello ospedaliero «a fisarmonica».
“Ossia che si allarga e si restringe a seconda delle necessità – ha spiegato Dario Manfellotto, Presidente FADOI -. Inoltre, di fronte alla drastica riduzione del numero dei posti letto ospedalieri, tutte le Regioni, sulla base delle indicazioni ministeriali, dovrebbero attivare un piano che stabilisca minuziosamente il numero di posti letto, Covid e no, di ciascun ospedale, da incrementare o ridurre a seconda dell’andamento del contagio. Apprezziamo il fatto che nella bozza appena divulgata del Recovery plan sia citata espressamente la Medicina Interna, con queste parole: “è necessario colmare le carenze relative sia relativamente ad alcune figure specialistiche (in particolare in anestesia e terapia intensiva, medicina interna, pneumologia, pediatria) sia nel campo della medicina generale”.
La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri esprime la
necessità di avere progetti adeguati, concretezza e progettualità adeguate.
“Sarà necessario potenziare il personale sanitario – ha avanzato Giovanni Leoni, Vicepresidente
Nazionale FNOMCEO – e avere una condivisione delle informazioni. La condivisione delle informazioni
è qualcosa di fantastico tra il territorio e l’ospedale, la base è dunque la possibilità, al netto delle
implementazioni del fascicolo sanitario elettronico di cui si parla da moltissimo tempo, di trovare un
linguaggio comune per quanto riguarda i dati del laboratorio, trovare un sistema universale per quanto
riguarda le radiografie. Persino tra gli ospedali le cartelle elettroniche sono differenti. Speriamo di essere
coinvolti nella bozza del Recovery Plan per portare le nostre proposte”.
“Non c’è chiarezza nell’informazione di questo documento purtroppo – ha spiegato Francesco S. Mennini,
Professore di Economia Sanitaria e Economia Politica, Research Director-Economic Evaluation and HTA,
CEIS, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – Presidente SIHTA -. A mio avviso le risorse devono
essere stabilmente inserite nel finanziamento o perlomeno trovare degli strumenti finanziari per farlo, per
evitare fenomeni di sotto finanziamento del sistema, come è già sotto gli occhi di tutti. Spero che queste
risorse vengano investite bene, ma ho punti interrogativi sul tema, per esempio, dell’assistenza domiciliare
e territoriale, visto che leggo che si prevede di costruire mini ambulatori o mini ospedali, che ritengo siano
miniduplicati di centri di costo che generano anche inefficienza sul sistema. Sugli strumenti da utilizzare
ribadisco che se avessimo preso subito le risorse del Mes, 37 miliardi di euro, avremmo potuto incominciare
a ragionare veramente su una nuova architettura del sistema sanitario e avremmo potuto incominciare a
investire sull’assistenza territoriale e domiciliare che, ricordo, sarà fondamentale nei prossimi due-tre anni
perché, a causa dell’emergenza Covid, che purtroppo rimarrà almeno per tutto il 2021, ci sarà un
rallentamento molto forte anche della mobilità sanitaria. Quindi il sistema deve essere pronto ad investire in
quelle regioni dove prima c’era una grande mobilità passiva perché adesso quella domanda di assistenza
sanitaria ricadrà sulle queste regioni stesse. La domanda è se saranno in grado e hanno le tecnologie e le
strutture idonee per rispondere a questo incremento molto forte di domanda di assistenza sanitaria, anche
creando un collegamento importante tra pubblico e privato”.
Dal Veneto l’invito è di “ragionare sul servizio sanitario, come istituto e istituzione del paese che attraversa un
momento di visibilità ma che ha retto in questo momento tragico – ha spiegato Luciano Flor, Direttore
Generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto -. Dobbiamo iniziare a fare quello che non abbiamo fatto
fino ad oggi, riscrivere le regole di funzionamento del servizio sanitario. Inoltre c’è da fare un’opera di
investimento: il SSN ha in questi anni investito poco in infrastrutture sul territorio, questo è il momento per farlo,
ricordo che una buona struttura aiuta l’organizzazione. Per gli ospedali dobbiamo ragionare su una vera rete”.
È nata l’Alleanza Mondiale dei Medici, un gruppo indipendente di dottori, infermieri, professionisti sanitari e scienziati che hanno deciso di dire la loro sulla pandemia da coronavirus. (altro…)
“Confidiamo che il trattamento precoce, durante la prima fase a-/pauci-sintomatica di malattia, possa fermare il decorso dell’infezione verso la malattia conclamata che porta ad ospedalizzazione e decesso. Ciò avrebbe molteplici vantaggi, tra cui quello di evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere”. (altro…)
Il governo provvederà all’assunzione di circa 20 mila medici e personale sanitario per far fronte alla situazione d’emergenza del coronavirus, anche in considerazione del fatto che – come ha spiegato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro “ci sono tra i 200 e i 250 sanitari che non possono svolgere il loro lavoro in quanto o positivi o anche tra i contatti stretti dei contagiati. Potranno essere assunti con contratti di sei mesi senza concorsi. Si potranno reclutare anche medici in formazione all’ultimo anno di specializzazione e «personale medico e infermieristico” in pensione. (altro…)
Luca Carboni è ancora protagonista de “Il Battito del Cuore”, edizione 2019 , campagna di sensibilizzazione per la salute del cuore firmata da Bayer, nata dalla creatività di Fcb Milan.
Con una versione inedita di “Ci vuole un fisico bestiale“, la campagna di Bayer in questione vuole sensibilizzare su temi quali la prevenzione cardio-cerebrovascolare e sottolineare anche l’importanza dell’aderenza terapeutica. (altro…)
“Il medico non abbandonerà mai a se stesso il paziente, assicurerà sempre le cure si palliative per contenere il dolore sino alla sedazione profonda e sarà presente fin dopo il decesso, che certificherà, ma non compirà l’atto fisico di somministrare la morte”.
E’ questo ciò che dichiara, il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici), Filippo Anelli, riassumendo la linea emersa a Parma all’interno della Consulta di Bioetica della Federazione.
La posizione verrà ora portata all’attenzione del Consiglio nazionale dei 106 presidente degli ordini locali prevista a Novembre in vista dell’avvio di un iter della legge che dovrà essere approvata in Parlamento cosi’ come indicato dalla Consulta dopo il caso di Dj Fabo e dell’accusa, poi caduta, nei confronti di Marco Cappato.
Sono 23mila i medici che in 3 anni potrebbero lasciare il loro posto di lavoro per andare in pensione, tra il 2019 e il 2021 per effetto del raggiungimento dei limiti per la pensione che per la nuova legge quota 100. E’ la stima che viene fatta dall’ANSA e dal sindacato medici dirigenti Anaao-Assomed. I medici che lascerebbero il Ssn per pensionamento sarebbero circa 18mila ed altri 18-20mila e maturerebbero i requisiti per la quota 100 anche se, di questi ultimi, si stima potrebbe poi lasciare ufficialmente l’incarico circa il 25%, ovvero 4.500. (altro…)
Parte da Bari, e verrà poi estesa anche ad altre province, la nuova campagna di contrasto alla violenza sugli operatori sanitari. (altro…)
L’omeopatia non ha basi scientifiche e gli effetti riportati da chi la utilizza sono quelli di un effetto placebo. E’ quanto comunicano in una nota agli appartenenti alla Fnomceo (Federazione degli Ordini dei Medici), in cui si spiega che “diversi studi hanno evidenziato che nessuna patologia ottiene miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici. Nella migliore delle ipotesi gli effetti sono simili a quelli ottenuti con sostanze inerti”. (altro…)