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La Coldiretti sulla base di un sondaggio online, condotto dal noto sito dell’organizzazione, sugli effetti della crisi sui consumi delle famiglie italiane, ha scoperto che nell’ultimo anno 6 italiani su 10 (ossia il 59%) hanno mangiato cibi scaduti.

Il 34% degli intervistati ha rivelato di aver portato in tavola alimenti fino a sette giorni dopo la data di scadenza. Mentre il 15% ha ammesso di aver mangiato cibo scaduto da oltre un mese.

C’è chi poi (8%) è andato persino oltre tale limite mentre il 2% degli italiani non è abituato a controllare la data di scadenza.

Tale tendenza, dovuta all’aumento delle tasse, alla crisi e alle scarse risorse economiche, fa notare la Coldiretti, spinge gli italiani a consumare prodotti alimentari oltre la data di scadenza cosa che può esporre a seri rischi, nel migliore delle ipotesi, a nutrirsi di alimenti che hanno perso le proprie caratteristiche di gusto o aroma, ma anche nutrizionali.

Inoltre, sempre più italiani, non riuscendo ad arrivare a fine mese, sono costretti a tagliare la spesa, ridurre gli acquisti di alimenti indispensabili per la dieta e preferire prodotti low cost che non sempre offrono garanzie di qualità.

La Coldiretti, fa presente, che sono calati anche gli acquisti di frutta e verdura, che nello scorso anno, sono scesi al minimo storico da inizio secolo. Le famiglie hanno infatti messo nel carrello appena 320 chili di ortofrutta, ovvero oltre 100 chili in meno rispetto al 2000 mentre il 16,8% degli italiani non può permettersi un pasto proteico adeguato se non ogni due giorni. Ad aumentare sono invece le vendite di prodotti alimentari acquistati nei discount che hanno segnato un netto aumento pari al +1,7%.

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