Un momento della manifestazione organizzata dall'associazione antirazzista e interetnica "3 Febbraio", che da tempo si batte contro la schiavitù, al quale stanno prendendo parte un centinaio di immigrati di varie nazionalità, Napoli, 20 giugno 2015. ANSA/CESARE ABBATE
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Fatima Sy, la senegalese che due giorni fa ha denunciato di non essere stata confermata nel posto di lavoro in una casa di riposo a Senigallia (Ancona) a causa del colore della sua pelle, “se vorrà venire a Firenze sarò ben lieto di prenderla con me a lavorare. E fin da ora mi metto in contatto con la prefettura di Ancona per dare a lei un’opportunità. Al razzismo si dice no. Sempre”.

A scriverlo su Facebook è Massimo Mattei, imprenditore di Firenze impegnato nel settore dell’assistenza agli anziani ma anche ex assessore comunale nella giunta di Matteo Renzi quando era sindaco.
“Fatima è una donna senegalese di 40 anni con due figli a carico – sottolinea Mattei nel post – Entra a lavorare in prova in una casa di riposo a Senigallia. Alcuni anziani la trattano male apostrofondola con epiteti razzisti. L’azienda non la conferma al lavoro”. Che un anziano, aggiunge Mattei, “possa offendere un’operatrice non mi stupisce. Capita. Che un’azienda si pieghi al razzismo sì, mi stupisce e mi indigna. Mi fa anche rabbia e schifo”.

La donna dunque ha trovato chi le darà lavoro, sta a lei accettare o meno.

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