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Un semplice test delle urine sarà d’ora in poi in grado di diagnosticare la presenza del cancro alla prostata, valutarne l’ aggressività, prevederne la progressione e decidere quindi se è operabile o curabile in modo personalizzato con la terapia medica, oppure monitorabile nel tempo senza intervenire. Questo il risultato di un’importante ricerca condotta presso l’University of East Anglia, Norfolk e Norwich University Hospital, pubblicata sulla rivista scientifica BJU International, nella quale gli scienziati hanno presentato un test delle urine straordinario, chiamato Pur (Prostate Urine Risk), che viene letto e interpretato dall’Intelligenza Artificiale, con una metodologia che esamina l’attività dei geni del campione di urine per discernere tra un cancro aggressivo e non, e che, a seconda dei geni trovati attivi, rivela se si tratta di un tumore maligno, calcolando il suo grado di malignità (basso, medio o ad alto rischio), indicando addirittura una probabilità fino ad otto volte inferiore delle terapie necessarie a cinque anni dalla diagnosi.

Fino ad oggi mancavano test di questo tipo per capire quali fossero tra i pazienti quelli che avevano ricevuto una diagnosi di tumore prostatico da operare, da curare, da tenere in osservazione o da non trattare per niente.

Infine, questo test aiuterà non solo nella scoperta della presenza del cancro, ma anche nell’indicare la sua aggressività e a predire la progressione di malattia. Il suo destino sarà quello di diventare una validissima opzione alla biopsia prostatica, un intervento invasivo, e mal sopportato dai pazienti a cui viene praticato.

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