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aids cura

In Italia il 15% dei sieropositivi non sa di essere malato e una diagnosi su due è tardiva. L’allarme Aids viene lanciato in occasione del 15esimo Congresso internazionale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), secondo cui vengono effettuate quattromila nuove diagnosi ogni anno.

A destare particolare preoccupazione, è la frequenza di nuove infezioni da virus tra gli omosessuali maschi.

Dalla ricerca infatti, presentata all’Italian Conference of Aids and Antiviral Research, sarebbero oltre 120mila le persone che convivono con l’Aids solo nel nostro Paese.

I più colpiti, sembra assurdo, ma sarebbero soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni, in quanto non ricorrerebbero all’utilizzo del preservativo durante i rapporti sessuali.

Una situazione certamente allarmante che ha spinto la Simit, in collaborazione con il ministero della Salute, a redarre noti questi risultati emersi e a stilare alcune linee guida per una più corretta informazione e prevenzione sulla malattia, che ricordiamo è facilmente trasmissibile.

Oltre 90mila, sono invece le persone sotto terapia o in contatto con centri specializzati. Mentre Venti o trentamila, secondo gli esperti, sono i malati che non sanno di aver contratto il virus ell’hiv e pertanto non si curano e non fanno niente per proteggersi e proteggere durante i rapporti sessuali, con il rischio di contagiare anche altre persone.

E delle circa 4mila nuove diagnosi ogni anno, oltre la metà è diagnosticata in ritardo quando l’infezione è già in uno stadio avanzato.

Infine, rivelano gli esperti, i gay, se non si proteggono, hanno circa il 20% in più di possibilità di contrarre il virus rispetto agli eterosessuali.

“Le persone che hanno una infezione sia da Hiv che da Hcv (epatite C) – spiega Massimo Galli, vicepresidente Simit – presentano un andamento della malattia epatica più rapido. Uno dei temi caldi del momento è il poter estendere al massimo delle persone con entrambe le infezioni Hiv-Hcv le terapie con farmaci anti-epatite C”.

Grazie a questa terapia anti-epatite C, “la mortalità per Aids è crollata, e la qualità di vita per le persone colpite è certamente migliorata”, ha sottolineato il dott. Galli. Tuttavia “la malattia non è sconfitta” e alla sospensione della terapia segue di regola la ripresa della replicazione del virus e della progressione della malattia. Secondo l’Istituto superiore di sanità, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile in Italia a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’84,1% di tutte le segnalazioni.

In Italia le regioni con più casi sono Lombardia, Lazio e Liguria.

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