La Fibrillazione atriale è una patologia cardiaca che comporta la contrazione irregolare degli atri cardiaci (le parti superiori del muscolo del cuore che comunicano coi ventricoli, in basso) e un ritmo sballato con conseguente cattiva circolazione sanguigna.
I sintomi più frequenti: debolezza, vertigini, svenimenti, e nel lungo periodo un cattivo pompaggio è causa di coaguli che possono provocare ictus anche mortali.
Oggi, grazie a studi recenti, ultimo quello condotto dalle università di Oxford e Sydney, Toronto e MIT- si scopre che le donne sono molto più esposte a questa patologia rispetto ai maschi.
E dunque, anche più soggette ad ictus. Poi se si guarda il livello di indice di mortalità per la fibrillazione, si scopre anche che nelle donne si verifica il 12% di rischio in più rispetto agli uomini.
Le ragioni non sono ancora del tutto chiare, ma assicurano gli esperti la fibrillazione atriale può essere risolta con l’impianto di pace-maker o defibrillatori interni, interventi divenuti di routine che non comportano ricovero di appena 4 giorni.
Cosa fondamentale, però, è quella di monitorare fin da subito i primi sintomi e farsi visitare da un cardiologo affinché possa indirizzare verso cura adeguata.