Assoluzione anche in appello, per Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, imputato per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento degli imprenditori Marco Iorio e Bruno Potenza nel corso del processo su un presunto riciclaggio di denaro in alcuni locali del lungomare della città.
La sentenza emessa dai giudici del collegio presieduto da Giuseppina Marotta, hanno respinto la richiesta di condanna a due anni formulata dal procuratore generale Sandro Iazzetti.
Secondo il quale, il super poliziotto andava condannato per la gestione delle annotazioni redatte a seguito di due esposti anonimi giunti in questura nel 2011.
Pisani, ha sempre ribadito di aver trattato gli esposti nel rispetto delle leggi e delle procedure.
Accolte dunque le tesi formulate della difesa dell’ex capo della polizia, gli avvocati Vanni Cerino e Rino Nugnes.
Con Pisani è stato assolto anche il commercialista Antonello Carpentieri, anche per lui la richiesta di condanna era di 2 anni.
Confermate anche le precedenti assoluzioni di: Antonella Di Pesa, Salvatore Martelli, Antonio Carpentieri, Maddalena Planqueel, Giovanni De Michele, Sandra De Caro, Enrico De Gais, Andrea Macchia.
Confermate invece anche le precedente condanne nei confronti di Salvatore Potenza, imputato di associazione per delinquere e usura (6 anni), di Domenico Sarpa per coinvolgimento nell’associazione a delinquere (3 anni), Massimiliano e Carmine Iorio (4 anni).
Al termine della lettura della sentenza, freddo e impassibile, Pisani ha lasciato l’aula senza rilasciare alcuna dichiarazione.
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Secondo un recente studio condotto dalla University of Monash (Australia), pubblicato sull’International Journal of Sports Medicine l’esercizio fisico estremo, la partecipazione a gare di resistenza (come una maratona di 24 ore) possono causare il rilascio di batteri intestinali nel sangue e la nascita di infezioni, anche gravi.
Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione dopo aver coinvolto nella ricerca persone che dovevano partecipare a una maratona di 24 ore esaminando così i loro campioni di sangue, prima e dopo la gara.
Ebbene, comparando queste persone con un gruppo di controllo, è emerso che l’esercizio fisico estremo praticato per un periodo di tempo piuttosto lungo provoca seri cambiamenti nell’intestino.
Questo secondo gli esperti, perché i batteri presenti nell’intestino, noti come endotossine, vengono dispersi nel sangue.
Meccanismo che si innesca causando una risposta infiammatoria in tutto l’organismo con conseguenze talvolta anche gravi.
I ricercatori hanno infatti scoperto che tutti i partecipanti alla maratona, presentavano marcatori del sangue, come quelli di pazienti ricoverati per avvelenamento.
Mentre, gli atleti che erano ben allenati, che seguivano un programma costante per fronteggiare le gare anche estreme, sviluppavano una serie di meccanismi immunitari capaci di contrastare la reazione infiammatoria e i possibili effetti collaterali, come l’avvelenamento del sangue.
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