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La Commissione europea ha dato l’ok per il piano messo in campo per fronteggiare l’urgente fenomeno dell’immigrazione clandestina, alla luce dell’aumento di flussi migratori e di tante tragedie consumate in mare.

Un piano che prevederebbe la redistribuzione di migranti tra gli Stati membri della Ue, in base a quote specifiche.

La Commissione europea ha approvato l’agenda europea che, fra le altre cose, trasforma la missione Triton quasi in Mare Nostrum proponendo un sistema di emergenza di quote, per ripartire fra tutti chi arriva vivo sulle nostre coste: sarà obbligatorio, ma non per l’Italia e la Grecia, ai quali riconosciuto di aver fatto già abbastanza.

Tra l’altro, proprio da questi due Stati verranno presi in mare i migranti da ripartire fra gli Stati membri.

Federica Mogherini ha spiegato che la l’Unione Europea ha “finalmente capito l’urgenza. Nelle ultime settimane ha compiuto enormi passi da gigante”, dando una “risposta globale” alle sfide complesse dell’immigrazione.

Il comitato militare dell’Ue licenzia il Cmc, acronimo che sta per «Concetto per la gestione di crisi», la struttura che coordinerà l’azione antiscafisti in Libia una volta avuto l’ok dall’Onu.

L’obiettivo è chiaro, se si legge la bozza della decisione che sarà discussa lunedì dai ministri degli Esteri Ue: «Cattura e/o distruzione delle strutture che consento il contrabbando, nelle acque libiche, all’ancora, attraccate o a terra».

Triton e la missione Cmc saranno coordinate e saranno parte della stessa strategia.

«Non ci saranno “boots on the ground”», precisa l’alto rappresentante agli esteri, Federica Mogherini ma operazioni mirate, basate sull’’intelligence che i governi dovranno condividere il più possibile.

Il ministro degli Interni britannico, però, Theresa May, non è d’accordo. Ha ribadito prima sul Times, e poi alla Bbc l’opposizione del Regno Unito all’introduzione di quote obbligatorie per l’accoglienza dei migranti nella Ue.

Si è detta infatti in disaccordo con la Mogherini sul fatto che i migranti intercettati in mare non debbano essere respinti contro la loro volontà, sottolineando piuttosto che ‘nulla deve essere fatto per incoraggiare gli sbarchi’.

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