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droga dipendenza
Delle piccole scosse al cervello possono a curare i tossicodipendenti dalla dipendenza alla droga. Ne sono convinti dei ricercatori italiani e americani.

Una nuova tecnica scientifica, sperimentata con uno studio pilota italo-americano, pubblicato su ‘European Neuropsychopharmacology’ rivela i risultati ottenuti che suggeriscono come potrebbe tarttarsi del primo trattamento medico in questo campo. Anche se, sottolineano gli esperti, saranno necessari altri studi più approfonditi.

Solo lo scorso anno infatti sono stati 2,3 milioni i giovani europei tra i 15 e i 34 anni ad aver fatto uso di cocaina. Non esistono al momento farmaci efficaci per il trattamento di questa dipendenza.

Lo studio clinico randomizzato, invece, è riuscito a dimostrare che l’uso di questa sostanza può essere ridotto grazie a un regolare trattamento con rTms (Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva).

La ricerca realizzata presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Irccs San Camillo di Venezia ha coinvolto pazienti in cerca di un trattamento.

Di questi 16 soggetti sono stati trattati con rTms, mentre altri 16 hanno ricevuto dei farmaci mirati per alleviare i sintomi dell’astinenza.

Ebbene la Tms sarebbe risultata più efficace e consisterebbe nell’applicazione di impulsi magnetici ad una una precisa area del cervello. Una metodica ampiamente utilizzata in psichiatria, utile nel trattamento di condizioni psichiatriche quali ad esempio la depressione.

Il gruppo sperimentale si è sottoposto a una seduta di stimolazione quotidiana per 5 giorni consecutivi, e successivamente una volta alla settimana per altre 3 settimane seguenti, per un totale di 8 stimolazioni in 29 giorni.

I pazienti del gruppo di controllo che avevano ricevuto un trattamento farmacologico per i sintomi dell’astinenza da cocaina (depressione, ansia, insonnia, eccetera) al termine di questa prima fase dell’esperimento, hanno continuato a sottoporsi settimanalmente al trattamento con Tms, mentre al gruppo di controllo è stato chiesto di abbandonare l’approccio farmacologico e passare alle mini-scosse: questa seconda fase è durata 63 giorni.

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